Cane selvatico
Quando sia comparso il cane in
epoca preistorica non è ancora certo. Si suppone, dai ritrovamenti di ossa
fossili, che la sua comparsa risalga a circa 14.000 anni fa, anche se qualche
studioso fa risalire la sua comparsa addirittura prima a circa 35.000 anni.
Da tempo immemore questo
mammifero accompagna l’uomo, per la caccia, per la guardia del bestiame o per
sola compagnia, ma quando si sia differenziato il cane selvatico, dal cane
domestico è di impossibile datazione.
Nel 1800 dagli studiosi furono
fatte diverse ipotesi, Darwin suppose la loro discendenza da diversi animali
selvatici, come Konrad Lorenz che pensava a una discendenza dal lupo e dallo
sciacallo.
In realtà oggi usando test sul
DNA si è accertato che solo il numero dei cromosomi del lupo corrisponde a
quello del cane (sono 78), mentre nello sciacallo il numero dei cromosomi è di
74.
Quindi l’ipotesi più
accreditata risulta quella della discendenza dal lupo, teoria ripresa anche dal
celebre biologo dell’Università di Los Angeles, Carles Vilà che afferma che il
cane non sarebbe altro che “un lupo leggermente modificato”.
Non bisogna confondere inoltre
i cani randagi dai cani selvatici, soprattutto perché i primi, possono
appartenere a razze che non esistono in natura ma selezionate dall’uomo, che
presentano quindi caratteristiche di struttura e carattere profondamente diversi
da un cane selvatico. Anche l’ambiente dove vivono i randagi, un ambiente
prevalentemente urbano, fa perdere le caratteristiche particolari di un cane
selvatico come il tipo di aggregazione del gruppo formato da coppie e cuccioli e
soprattutto il sistema di procurarsi cibo.
Le due specie di cane selvatico
oggi esistenti sono: il dingo che ormai vive solo in Oceania e il Licaone che
vive in Africa nella zona sud sahariana, Orientale e Centrale.
Il dingo – canis dingo
familiarias – è il cane selvatico australiano e mantiene caratteristiche
antichissime. Sembra sia originario del continente asiatico passato poi in
Australia attraverso la Nuova Guinea a seguito dell’uomo, e successivamente
inselvatichito. Oggi la specie esiste solo in Australia, anche se alcuni
esemplari, recentemente, sono stati avvistati in Nuova Guinea.
Come tutti i canidi vive in
gruppo, comunica con particolari ululati e ha un forte senso del territorio che
difende fino a soccombere. Il vincitore diventa anche il capogruppo delle
femmine del predecessore. Vive in gruppo e anche la femmina del cane predominate
ha la supremazia sulle altre femmine del gruppo, ma la predominante decide anche
della vita dei piccoli.
L’altra specie di cane
selvatico è il licaone – Lycon pictus – fisicamente somiglia alla iena, con le
orecchie più grandi e il suo pelo si presenta variamente colorato a macchie
nere, marroni e gialle. Inoltre presentano la coda di colore bianco,
caratteristica importante perché individuabile dagli altri del gruppo in
qualsiasi condizione ambientale.
Emanano un particolare odore
molto forte e l’altra particolarità è quella degli arti anteriori che presentano
4 dita, mentre gli arti posteriori 5. Anche il licaone vive in gruppo, ma
presenta rispetto agli altri canidi un senso sociale più spiccato, difatti nella
caccia anche se la preda catturata è insufficiente a sfamare il branco la
vittima viene divisa egualmente e portata ai più piccoli e agli adulti rimasti
indietro, e anche la femmina predominante spesso lascia vivere un cucciolo delle
altre femmine.
I licaoni cacciano prede non
molto grandi come: impala, gnu e gazzelle.
Partoriscono circa sette
cuccioli a volta e dopo 14 settimane lo svezzamento è completo.
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