Correre nel verde Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Correre nel verde

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CAPRA

capra

La capra è stato uno dei primi animali, assieme al maiale ed all’asino ad essere addomesticato; ne esistono numerose specie, a volte anche molto diverse tra loro, rimangono però due i gruppi principali in cui si possono categorizzare: Hircus ovvero quelle natie di ambienti fertili e dal clima mite come in Europa, e le Prisca adatte alla vita in montagna deserto o luoghi poco ospitali, di questo ceppo sono molte di quelle originarie di Asia e Africa.

Mammifero ruminante appartenente al sottordine degli Artiodattili, famiglia Bovidi, sottofamiglia Caprini, il cui addomesticamento risale al periodo preistorico; resti fossili di capre simili alle attuali, con corna diritte fino a metà e poi divergenti, sono state rinvenute in Svizzera insieme ai resti fossilizzati di antiche palafitte.

È un animale socievole dall’attitudine curiosa e tranquilla, che ne ha permesso un facile apporto sia tra di esse in un gruppo nutrito (gregge) in modo da alzare la capacità di difesa e pascolo, e con l’uomo.

La capra domestica ha generalmente corpo allungato, testa con profilo rettilineo, con corna di sezione triangolare e di forma diversa; le orecchie possono essere corte e diritte oppure grandi, larghe e cadenti; il collo è lungo e sottile; lo scheletro leggero ma robusto; gli arti sono forti, solidi nelle articolazioni terminanti con due dita fornite di unghioni; il mento è spesso barbuto.

La pelle è sottile e fornita di molte ghiandole il cui secreto emana il caratteristico odore ircino; i peli sono ruvidi e fitti; il mantello può essere pezzato o di colore uniforme (bianco, nero, fulvo, grigio).

Le femmine hanno due mammelle separate da un solco mediano e sono idonee alla riproduzione a un anno circa di età (i maschi qualche mese più tardi); la durata media della gestazione è di circa cinque mesi e i parti gemellari sono frequenti.

Il periodo dell’accoppiamento si aggira attorno alla fine dell’estate il cui entrano in calore, la maturità sessuale viene raggiunta dalle capre intorno agli otto e i dieci mesi. Una volta nato, il piccolo capretto viene allettato per circa 4 settimane. La durata media della vita della capra si calcola intorno ai 15 anni.

La capra, abitualmente, viene allevata allo stato brado e si adatta a vivere bene anche in zone selvagge o semidesertiche essendo poco esigente per l’alimentazione potendosi nutrire di erbe magre e asciutte, di foglie secche e di cortecce; predilige, però, i teneri germogli che crescono nei cespugli, nelle siepi e nei boschi nascenti ed è ghiotta di sostanze saline.

Le capre sono agili, intelligenti, irrequiete, curiose, paurose ma all’occasione molto combattive.

La capra viene allevata per il latte, la carne, la lana e la pelle. È un animale socievole dall’attitudine curiosa e tranquilla, che ne ha permesso un facile apporto sia tra di esse in un gruppo nutrito (gregge) in modo da alzare la capacità di difesa e pascolo, e con l’uomo.

La motivazione principale che portò all’allevamento caprino era la possibilità di ricavare latte di alta qualità (e quindi anche di formaggi, che da sempre sono riconosciuti come i migliori) e dai molteplici benefici salutari; la possibilità di lavorare carni tenere e dal gusto delicato e saporito, e recuperare pellicce assai resistente.

Nonostante questi vantaggi, per ora, l’allevamento non è praticato in modo massiccio ed intensivo come quello di altri animali, ma si lascia alla pastorizia semi-tradizionale, che prevede l’uso di un ovile munito di abbeveratoi ed alcuni box singoli per casi particolari come parti o isolamenti di uno o più soggetti, uno sbocco su di un locale aperto ed uno spazio comune che permetta una comoda convivenza del gregge: se tale spazio fosse troppo ristretto si manifesterebbero comportamenti anomali ed aggressivi. Affiancato all’ovile c’è il pascolo libero che consente un’alimentazione naturale ed abbondante, ottimizza la forma fisica e le condizioni psicologiche del gregge mantenendo bassa la soglia di stress.

Il latte dotato di elevato valore nutritivo e di facile digeribilità oltre a servire per la produzione del burro e del formaggio (caprini e caciotte di capra) è prezioso per l’alimentazione di malati e bambini gracili. La carne di capra è molto nutriente; quella del capretto è pregiata per la tenerezza e il sapore; in alcune località per evitare l’odore ircino che le carni emanano si usa la castrazione.

La capra domestica differisce fortemente da quella selvatica, in quanto, quest’ultima è di taglia solitamente grande e munita di corna più voluminose e lunghe e robuste zampe, mentre quella d’allevamento è di taglia medio-piccola, le sue corna sono piccole e tozze, anche se quasi sempre, tramite l’applicazione di una specifica lozione sulla testa prima dello sviluppo, se ne impedisce la crescita; sono più gracili e meno inclini all’aggressività, ciò che accomuna invece quasi tutte le razze sono tratti quali: la testa lineare ed armonica che si restringe sul muso, il pelo più lungo sotto la bocca e tra le zampe, il colorito è molto vario e non evidenzia differenze razziali, i colori sono solitamente però neutri (bianco, grigio, nero).

Nel Tibet e nel Kashmir, si trova una capra dal lungo pelo serico, di colore bianco o caffè, che fornisce la lanugine per la fabbricazione di filati e tessuti molto fini e pregiati (cascemir). Nell’Asia minore si trova la capra d’Angora il cui pelo, molto lungo e bianchissimo si adopera per produrre una stoffa resistente e calda chiamata mohair. Il pelo ruvido e grossolano della capra comune è utilizzato per fare pennelli, corde e tessuti rozzi. Con la pelle dei capretti si fanno scarpe, borse e guanti; con quella della capra si fanno scarpe e marocchino per rilegare libri.

La capra è spesso preferita alla mucca per l’economia nella cura e nel mantenimento, e per la produzione di latte e carni spesso superiori; a concorrere a renderla così accessibile è la sua capacità di scelta del cibo, evitando quello nocivo e prediligendo quello più conveniente variando quindi da frutti, a fiori, a erba o piante, e se necessario a carta e arbusti anche spinosi, senza difficoltà di masticazione o digestione.

 

 

 

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