CAPRA

La capra è
stato uno dei primi animali, assieme al maiale ed all’asino ad essere
addomesticato; ne esistono numerose specie, a volte anche molto diverse
tra loro, rimangono però due i gruppi principali in cui si possono
categorizzare: Hircus ovvero quelle natie di ambienti fertili e dal
clima mite come in Europa, e le Prisca adatte alla vita in montagna
deserto o luoghi poco ospitali, di questo ceppo sono molte di quelle
originarie di Asia e Africa.
Mammifero
ruminante appartenente al sottordine degli Artiodattili, famiglia Bovidi,
sottofamiglia Caprini, il cui addomesticamento risale al periodo
preistorico; resti fossili di capre simili alle attuali, con corna
diritte fino a metà e poi divergenti, sono state rinvenute in Svizzera
insieme ai resti fossilizzati di antiche palafitte.
È un
animale socievole dall’attitudine curiosa e tranquilla, che ne ha
permesso un facile apporto sia tra di esse in un gruppo nutrito (gregge)
in modo da alzare la capacità di difesa e pascolo, e con l’uomo.
La capra domestica ha generalmente corpo allungato,
testa con profilo rettilineo, con corna di sezione triangolare e di
forma diversa; le orecchie possono essere corte e diritte oppure grandi,
larghe e cadenti; il collo è lungo e sottile; lo scheletro leggero ma
robusto; gli arti sono forti, solidi nelle articolazioni terminanti con
due dita fornite di unghioni; il mento è spesso barbuto.
La pelle è sottile e fornita di molte ghiandole il
cui secreto emana il caratteristico odore ircino; i peli sono ruvidi e
fitti; il mantello può essere pezzato o di colore uniforme (bianco,
nero, fulvo, grigio).
Le femmine hanno due mammelle separate da un solco
mediano e sono idonee alla riproduzione a un anno circa di età (i maschi
qualche mese più tardi); la durata media della gestazione è di circa
cinque mesi e i parti gemellari sono frequenti.
Il periodo dell’accoppiamento si aggira attorno alla fine dell’estate il
cui entrano in calore, la maturità sessuale viene raggiunta dalle capre
intorno agli otto e i dieci mesi. Una volta nato, il piccolo capretto
viene allettato per circa 4 settimane.
La durata media della vita della capra si calcola
intorno ai 15 anni.
La capra, abitualmente, viene allevata allo stato
brado e si adatta a vivere bene anche in zone selvagge o semidesertiche
essendo poco esigente per l’alimentazione potendosi nutrire di erbe
magre e asciutte, di foglie secche e di cortecce; predilige, però, i
teneri germogli che crescono nei cespugli, nelle siepi e nei boschi
nascenti ed è ghiotta di sostanze saline.
Le capre sono agili, intelligenti, irrequiete,
curiose, paurose ma all’occasione molto combattive.
La capra viene allevata per il latte, la carne, la
lana e la pelle.
È un
animale socievole dall’attitudine curiosa e tranquilla, che ne ha
permesso un facile apporto sia tra di esse in un gruppo nutrito (gregge)
in modo da alzare la capacità di difesa e pascolo, e con l’uomo.
La
motivazione principale che portò all’allevamento caprino era la
possibilità di ricavare latte di alta qualità (e quindi anche di
formaggi, che da sempre sono riconosciuti come i migliori) e dai
molteplici benefici salutari; la possibilità di lavorare carni tenere e
dal gusto delicato e saporito, e recuperare pellicce assai resistente.
Nonostante
questi vantaggi, per ora, l’allevamento non è praticato in modo
massiccio ed intensivo come quello di altri animali, ma si lascia alla
pastorizia semi-tradizionale, che prevede l’uso di un ovile munito di
abbeveratoi ed alcuni box singoli per casi particolari come parti o
isolamenti di uno o più soggetti, uno sbocco su di un locale aperto ed
uno spazio comune che permetta una comoda convivenza del gregge: se tale
spazio fosse troppo ristretto si manifesterebbero comportamenti anomali
ed aggressivi. Affiancato all’ovile c’è il pascolo libero che consente
un’alimentazione naturale ed abbondante, ottimizza la forma fisica e le
condizioni psicologiche del gregge mantenendo bassa la soglia di stress.
Il latte dotato di elevato valore nutritivo e di
facile digeribilità oltre a servire per la produzione del burro e del
formaggio (caprini e caciotte di capra) è prezioso per l’alimentazione
di malati e bambini gracili. La carne di capra è molto nutriente; quella del
capretto è pregiata per la tenerezza e il sapore; in alcune località per
evitare l’odore ircino che le carni emanano si usa la castrazione.
La capra domestica
differisce fortemente da quella selvatica, in quanto, quest’ultima è di
taglia solitamente grande e munita di corna più voluminose e lunghe e
robuste zampe, mentre quella d’allevamento è di taglia medio-piccola, le
sue corna sono piccole e tozze, anche se quasi sempre, tramite
l’applicazione di una specifica lozione sulla testa prima dello
sviluppo, se ne impedisce la crescita; sono più gracili e meno inclini
all’aggressività, ciò che accomuna invece quasi tutte le razze sono
tratti quali: la testa lineare ed armonica che si restringe sul muso, il
pelo più lungo sotto la bocca e tra le zampe, il colorito è molto vario
e non evidenzia differenze razziali, i colori sono solitamente però
neutri (bianco, grigio, nero).
Nel Tibet e nel Kashmir, si trova una capra dal lungo
pelo serico, di colore bianco o caffè, che fornisce la lanugine per la
fabbricazione di filati e tessuti molto fini e pregiati (cascemir). Nell’Asia minore si trova la capra d’Angora il cui
pelo, molto lungo e bianchissimo si adopera per produrre una stoffa
resistente e calda chiamata mohair. Il pelo ruvido e grossolano della capra comune è
utilizzato per fare pennelli, corde e tessuti rozzi. Con la pelle dei capretti si fanno scarpe, borse e
guanti; con quella della capra si fanno scarpe e marocchino per rilegare
libri.
La capra è
spesso preferita alla mucca per l’economia nella cura e nel
mantenimento, e per la produzione di latte e carni spesso superiori; a
concorrere a renderla così accessibile è la sua capacità di scelta del
cibo, evitando quello nocivo e prediligendo quello più conveniente
variando quindi da frutti, a fiori, a erba o piante, e se necessario a
carta e arbusti anche spinosi, senza difficoltà di masticazione o
digestione.
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