L'orango del Borneo, definito scientificamente come
“Pongo pygmaeus” (Linnaeus 1760), è un’esemplare di scimmia ominide,
endemica, originaria, come ci rivela il nome stesso, del Borneo.
Gli oranghi del Borneo possono raggiungere un peso di
circa 120 chilogrammi ed un’altezza di 1,7 metri; il peso degli
esemplari femmina è più contenuto e si attesta intorno ai 50
chilogrammi.
Gli arti posteriori presentano dimensioni più ridotte
rispetto a quelli anteriori che giungono a toccare le caviglie e
conferiscono alle braccia un’apertura di circa 2 metri: tali arti
anteriori, ovvero le forti braccia, consentono all’orango del Borneo di
potersi muovere in modo agile da un albero all’altro.
Il pollice opponibile e le quattro lunghe dita
permettono a tali animali facili arrampicate sugli alberi per procurarsi
il cibo.
Gli oranghi sono provvisti di piedi molto ampi e
schiacciati che terminano con lunghissime dita e in particolare l’alluce
opponibile consente una presa molto forte.
I maschi adulti presentano una conformazione del
cranio molto compatta, arricchita da denti e mascelle molto solide.
Esteticamente nei maschi, durante il periodo del
raggiungimento della maturità sessuale, sorgono delle guance più carnose
e sviluppate che tendono ad aumentare il prestigio tra le femmine e
incutere paura agli altri rivali maschi in amore.
Ad aumentare la loro virilità in tale periodo
contribuisce anche la formazione di una sacca sulla gola che ha il
benefico effetto di aumentare il verso degli oranghi maschi.
Le sue spalle sono ben protette dall'acqua da un
mantello costituito da un lungo pelame rossastro.
Pur se molto piccoli alla nascita, i cuccioli neonati
tendono ad arrampicarsi immediatamente sulla propria madre per mezzo del
pelo situato sulle spalle. La posizione eretta del corpo non è mantenuta
per molto tempo a causa delle dimensioni non molto lunghe delle gambe e
della loro scarsa resistenza.
Gli oranghi del Borneo tendono a non camminare molto
sul suolo ma a passare molto del loro tempo sugli alberi poiché le loro
zampe non sono adatte a percorrere i terreni; proprio sugli alberi gli
oranghi ogni notte costruiscono il proprio giaciglio utilizzando le loro
fronde.
Come spiegato precedentemente gli oranghi si muovono
agilmente aggrappandosi da un ramo all’altro sfruttando la potenza delle
loro braccia.
L’orango è un ottimo osservatore poiché riesce a
riprodurre molte azioni compiute dall’uomo come l’usare la sega per la
legna oppure fissare chiodi; il suo rapporto con l’uomo è socievole e da
lui riesce a carpire anche molti suoi comportamenti.
Il cibo principale dell’alimentazione di tale animale
è la frutta e il 60% della sua dieta è basato su vari tipi di frutta
selvatica: frutti del rambutan, frutti dell'albero del pane, litchi,
manghi e il durian.
Però l’elemento culinario essenziale nella dieta
dell’orango è il fico che risulta essere molto prelibato poiché può
trovarlo in vari periodi durante l’arco annuale.
Al contrario di quanto si può pensare i frutti e i
fiori non sono facilmente reperibili nelle foreste tropicali ma si
trovano dislocati in vari punti di tali esotici habitat e in determinati
periodi della stagione; ormai l’abitudine alimentare ha fortemente
sensibilizzato l’orango che ha “adattato” tale modalità di procurarsi il
cibo al proprio metabolismo.
Già da piccolini gli oranghi hanno una buona memoria
poiché riescono a memorizzare il periodo di fruttificazione degli alberi
da frutto, scelti per il proprio fabbisogno alimentare.
La fame dell’orango sembra insaziabile perché appena
riempito di frutti maturi esso, una volta finito, parte alla volta di
nuove sorgenti di cibo.
Anche se solitamente l’orango è un animale solitario,
ci sono situazioni in cui si possono trovare due o più tipologie di
questi animali nello stesso posto ed è nel caso in cui più oranghi
usufruiscono dello stesso albero.
Oltre alla frutta questo animale è ghiotto di
corteccia, bacche, foglie, germogli, noci, uova d’uccello, vermi,
insetti e piccoli vertebrati.
La maturità sessuale per gli esemplari femmina viene
raggiunta solitamente intorno ai 7 anni mentre l’esemplare maschio
raggiunge il pieno della sessualità tra i 13 e i 15 anni.
L’attività riproduttiva è attiva per tutto l’anno
mentre il periodo di gestazione dura circa 275 giorni con un gap tra le
nascite di 3-4 anni e a volte tale arco di tempo può essere anche
maggiore.
La sua vita media è di circa 35-45 anni e lo stato di
forte estinzione dell’orango ne vieta la caccia.
Proprio nel Borneo è situato un centro che si occupa
della salvaguardia di questi animali e la mascotte di tale struttura è
proprio un orango femmina ormai dal 1970.
L’orango ha assimilato più di trenta segni
dell'alfabeto per le persone non udenti e così può comunicare facilmente
con gli esseri umani.
In tale struttura trovano ricovero molti piccoli
d'orango, molte volte orfani, perché le loro mamme vengono private della
vita da coloro che vogliono impadronirsi dei cuccioli; a sostituzione
della figura materna si pongono le collaboratrici di tale centro.
L’età di un orango può essere individuata da esperti
tramite la disamina del pelo, del sangue (cioè l’esame del Dna) e della
dentatura dell’animale.
I piccoli d’orango, che stanno insieme alla madre per
7/8 anni, possono dimostrare gelosia verso gli altri cuccioli allattati
dalla stessa loro madre.
Una volta ottenute le cure necessarie ed essere stati
allevati, gli oranghi vengono resi liberi nel parco naturale; ogni
orango viene provvisto di un microchip per poter essere differenziato
dagli altri esemplari.