TORTORA
La tortora comune (Streptopelia turtur) è simile ad
una piccola colomba dalla conformazione allungata con coda graduata nera a bordi
bianchi; lunga poco più di 25 centimetri ha il piumaggio superiore rossastro con
macchie nere; gli occhi sono orlati di rosso; il petto è color vinaccia e il
ventre è roseo; macchia striata bianca e nera ai lati del collo.
Tutte le tortore comuni abbandonano la regione paleartica
nell’imminenza dell’autunno per dirigersi verso l’Africa tropicale a svernare.
Diffusa in Europa e in Asia occidentale, da dove migra in
Africa verso l’autunno, vive in gruppi nelle zone boscose, nutrendosi di semi,
germogli e piccoli invertebrati.
La tortora dal collare (Streptopelia decaocto) è di un
colore uniforme bruno chiaro nelle parti superiori; ha uno stretto semicollare
nero e bianco nella parte superiore del collo; il petto e il ventre hanno una
colorazione sfumata di rosa e grigio,
La tortora domestica (Streptopelia risoria), molto
simile alla tortora del collare, è munita anch’essa di un collarino nero con una
colorazione caffelatte chiaro in tutto il corpo.
La tortora sfoggia una rapidità ed una leggerezza nel dominio
dell’aria, specialmente quando un intruso si avvicina al nido dove sta covando;
con grande strepito, la madre o il padre, che si alternano nella cova, lascia il
nido volando disordinatamente nella direzione opposta simulando il volo di un
uccello difficoltà per richiamare l‘attenzione del presunto predatore e
distoglierlo dal nido; una volta raggiunta una certa distanza dalle uova, la
tortora recupererà il suo volo normale.
I poeti hanno fatto del canto della tortora un simbolo
dell’amore e il monotono tubare del maschio è stato interpretato come una
solenne dichiarazione d’amore e di fedeltà.
Il tubare delle tortore, toccandosi con il becco, e il volo
nel cielo disegnando ampi cerchi per poi tornare, planando, al punto di
partenza, sono stati interpretati come segni di corteggiamento, prima della
parata nuziale.
Il nido della tortora non è compatto, piuttosto rustico,
formato da radi stecchi e radici tanto che dal basso si può distinguere il
contenuto.
La femmina depone due uova bianche che saranno covate da
ambedue i genitori per due settimane.
I piccoli, a tre settimane dalla schiusa, cominciano ad
abbandonare il nido ed essere autosufficienti nell’alimentazione consistente in
massima parte di grani di cereali, arricchita di germogli e piccoli
invertebrati.
Il tasso di mortalità dei piccoli è molto elevato e perciò le
tortore si riproducono anche tre volte l’anno; le uova della prima nidiata e i
piccoli sono sottoposti a maggior pericolo poiché i cereali, che rappresentano
la prima base di alimentazione, non sono ancora maturi e i genitori sono
costretti ad allontanarsi più spesso dal nido.
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