Il gatto tigrato (in inglese Mackerel-Striped Tabby, perché ricorda le strisce sul dorso dello sgombro) è così chiamato per il disegno del mantello simile a quello della tigre.

Ha la struttura del corpo robusta, la testa rotonda, sormontata da orecchie alte, leggermente aperte alla base, occhi rotondi, grandi e brillanti, naso diritto, guance piene; sulla fronte possiede le caratteristiche impronte rassomiglianti alla lettera "M".

Striscia dorsale che corre lungo tutta la lunghezza del corpo fino alla coda; sui fianchi e sulla sella profonde fasce di colore contrastante o più scuro rispetto a quello principale di sottofondo.

Le spalle si presentano con un disegno che ricorda una grande farfalla costituita da cerchi, strisce e macchie.

Le zampe, attraversate da strisce regolari che dalle unghie salgono verso l’alto, ricordano i bracciali; il petto è attraversato da una o più linee ininterrotte che ricordano le collane; la coda, per la presenza di striature, sembra inanellata.

Gatto molto riservato, affezionatissimo, ma non espansivo, non ama lasciarsi toccare, va d’accordo con altri gatti solo se messi insieme da piccoli. Le gatte non sono molto prolifiche ma sono buone madri.

Diretto discendente del gatto selvatico, raramente ha carattere difficile, per via di una lunga "domesticazione", ma sa mantenere un rapporto di eccezionale indipendenza; gradisce disporre di uno spazio libero, di un giardino, dove poter correre, saltare e cacciare; è vivace, battagliero e molto disincantato nei confronti dell’uomo.

L’uomo qualche volta si illude di strumentalizzarlo e, invece, è lui che strumentalizza l’uomo.

I gatti tigrati possono assumere diversi colori: gradazioni differenti di grigio, di marrone, di rosso e possono essere sia a pelo lungo sia a pelo corto.

Scriveva Richelieu: "DIO HA CREATO IL GATTO PERCHÉ L’UOMO POTESSE ACCAREZZARE UNA PICCOLA TIGRE". Nulla appare più appropriato associare questo detto al gatto europeo.