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COBAS - FLMU/CUB – SNATER: sciopero nazionale a Roma lavoratori telecom 02/10/2006
Riceviamo da RdB-CUB e volentieri diffondiamo:
"La coincidenza della data con lo sciopero indetto da CGIL-CISL-UIL nasce dall'esigenza di una mobilitazione completa dei lavoratori. Scegliamo Roma in quanto riteniamo che sia il Governo a dover dare le risposte e prendere le decisioni necessarie a risolvere la questione delle Telecomunicazioni italiane.
Questa nostra scelta si contrappone a quella fatta dei confederali che, organizzando la manifestazione nazionale a Milano, hanno simbolicamente individuato, quali loro interlocutori privilegiati, la proprietà di Telecom ed il potere finanziario - proprio gli artefici della catastrofica situazione attuale:
La Telecom è stata imbottita di debiti, che sono serviti a chi, di volta in volta, l’ha scalata;
Il capitale immobiliare di Telecom ha fatto la fortuna delle varie agenzie immobiliari;
I vari managers che si sono succeduti alla guida della Telecom hanno costruito la loro personale fortuna, con premi di vario tipo e stipendi da favola, non a caso nelle classifiche dei managers più pagati in Italia, quelli Telecom hanno saldamente occupato le prime posizioni;
La strategia aziendale, anziché da veri piani industriali, è stata dettata dalla borsa e dai debiti: abbandono della fibra ottica, scorporo della Tim, successiva incorporazione, per fare arrivare più direttamente il contante a Pirelli ed ad Olimpia e, di nuovo per fare cassa, lo spezzatino (Telecom,TIM, Rete);
In Telecom sono state pagate fatture per 20 miliardi di euro ad una società d’investigazioni private (Polis d’Istinto), che, da quanto si apprende dalla stampa, schedava anche i dipendenti, con buona pace dello statuto dei lavoratori;
I posti di lavoro, in assoluto, sono diminuiti di più 40.000 unità;
Decine di migliaia di lavoratori sono stati esternalizzati da Telecom;
Le condizioni contrattuali di lavoratrici e lavoratori sono costantemente peggiorate, rispetto alle preesistenti non privilegiate situazioni.
Per i lavoratori, dunque, è arrivato il momento della scelta e di considerare che risposte di lotta efficaci difficilmente potranno essere fornite da chi in tutti questi anni ha condiviso scellerate politiche aziendali. Di contro, da questa difficile situazione può nascere un movimento di reale partecipazione di tutta la base dei lavoratori delle telecomunicazioni italiane."