Correre nel verde Voglia di bici: ciclismo e biciclette - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Grandi Campioni

Gino Bartali

Gino Bartali nacque a Ponte a Ema il 18 luglio del 1914 e morì a  Firenze il 5 maggio del 2000.

Nella sua carriera di sportivo ha rivestito il ruolo di dirigente sportivo italiano e di ciclista su strada.  Divenne professionista dal 1934 al 1954 e si aggiudicò due Tour de France (1938, 1948) e tre Giri d'Italia (1936, 1937, 1946) e altre svariate competizioni a cavallo tra gli anni trenta e gli anni cinquanta.

Il percorso ciclistico di Bartali fu notevolmente influenzato dal periodo della guerra che intersecò proprio i migliori anni della sua ascesa sportiva.

Egli aveva cinque anni in più di Fausto Coppi e “Ginettaccio” (come era amichevolmente soprannominato) fu lo storico rivale dell'Airone.

La loro battaglia ciclistica appassionò tutti i tifosi di questo sport, durante i primi anni post guerra, che inesorabilmente subirono uno scisma; c'era chi stravedeva per Coppi e chi invece per Bartali.

Sorpresa e ammirazione suscitò la famosa foto che li ritraevano mentre si passavano una bottiglietta d'acqua durante il Tour del 1952 (per maggiori informazioni sulla vicenda potete consultare la scheda inerente a Fausto Coppi).

“Aquila divertente” fu la prima società ciclistica italiana in cui esordì da dilettante Ginettaccio durante i primi anni del 1930.

Il transito ad un livello professionistico avvenne nel 1935 iscrivendosi da indipendente alla Milano-Sanremo; quasi anche lui incredulo, riuscì a superare Learco Guerra  e a piombare sorprendentemente in testa alla gara.

Durante la corsa fu protagonista di un'intervista da parte di Emilio Colombo, all'epoca direttore della Gazzetta dello Sport; tale situazione ebbe l'effetto di deconcentrare Bartali che subì il ritorno dei suoi avversari che contribuirono a farlo piazzare in quarta posizione.

Partecipò al suo primo Giro d'Italia correndo per la scuderia Frejus conquistando una settima posizione, impreziosita con una vittoria di tappa; la stagione sarà coronata con i trionfo al Giro dei Paesi Baschi, al Campionato Italiano e a quello del Criterio di Montiujch.

La sesta edizione della Coppa di Bologna fu sua; tale manifestazione era valida per il Campionato toscano dilettanti e così venne decretato campione di Toscana.

Learco Guerra allora capitano della Legnano, nel 1936, quando Bartali approdò in tale scuderia capì da subito le innate qualità del nuovo elemento; quindi Guerra decise di ricoprire il ruolo di suo gregario consentendogli di vincere tre prove di tappa e la vittoria finale al Giro d'Italia.

La gioia per la conquista del Giro fu spazzata via dall'episodio mortale della scomparsa di suo fratello Giulio a causa di un incidente avvenuto durante una prova dilettantistica di ciclismo.

La sua stagione ciclistica si concluse con la conquista del Giro di Lombardia.

La sua seconda affermazione nel Giro d'Italia avvenne nel 1937, da capitano della Legnano e da leader indiscusso del ciclismo in Italia; ora era pronto per provare a far suo il Tour de France, che  andò ad appannaggio di un italiano, Ottavio Bottecchia, solo due volte nel 1924 e nel 1925.

Forse era destino che quel suo primo attacco alla maglia gialla doveva concludersi con una prestazione sterile; infatti mentre indossava la maglia gialla, nei pressi del Torrente Colau (nella tappa Grenoble-Briançon subì una caduta che lasciò sul corpo di Ginettaccio, ferite alle costole e una fastidiosissima bronchite  che purtroppo lo costrinsero all'immediato ritiro.

Il regime lo incitò nel 1938 a rinunciare al Giro d'Italia per concentrare tutte le sue forze nel Tour de France che vinse trionfalmente con sette vittorie di tappa.

La Milano-Sanremo fu finalmente sua nel 1939 però ben quattro vittorie di tappa non furono sufficienti ad aprirgli le porte del Giro d'Italia che fu vinto da Giovanni Valetti.

La vittoria nella Milano-Sanremo fu ripetuta da Bartali nel 1940 e nel frattempo stava continuando la sua preparazione al terzo Giro d'Italia.

Alla Legnano intanto giunse, per volontà dello stesso Bartali, una giovane promessa del ciclismo di nome Fausto Coppi che doveva assumere il ruolo di gregario.

Il talento di Coppi poté sprigionarsi durante la Torino-Genova poiché per colpa di una ruota bucata, Bartali fece registrare un notevole ritardo durante la seconda tappa e la presenza di un cane che  gli tagliò la testa, lo fece sbandare e sbattere causandogli delle ferite.

Allora il direttore della Legnano, Eberardo Pavesi, decise di puntare sul talento di Coppi poiché si trovava in una posizione ottimale in classifica.

Coppi alla fine della tappa ricevette i complimenti dallo stesso Bartali che decise di mettersi al suo servizio; anche Guerra nel 1936 compì la stessa scelta a favore di Bartali.

Sulle Alpi, Bartali che si trovava a circa una decina di metri di vantaggio rispetto a Coppi, si accorse che il suo rivale era incappato in un momento di fatica fisica accentuato da dolori lancinanti alle gambe e dalla “cotta”; tali dolori stavano inducendo Coppi ad abbandonare il proprio “strumento di lavoro e di conseguenza a lasciare la gara.

Quando Bartali si accorse di ciò, ritornò indietro per urlare e rimembrare all'Airone tutte le rinunce fatte in nome di quello sport che ormai era diventato la loro unica ragione di vita; le parole abbastanza forti proferite da Ginettaccio a Coppi furono: “"Coppi sei un acquaiolo! Ricordatelo! Solo un acquaiolo!".

Tali frasi furono più che altro un incitamento per far capire all'Airone che chi non si impegna nello sport, come nella vita, non potrà mai ritenersi un campione ma bensì un personaggio di secondo piano, e nel loro caso più propriamente un “gregario”.

Coppi recepì immediatamente il messaggio lanciato da Bartali e concentrandosi e stringendo i denti riuscì con caparbietà a vincere il Giro.

La competizione ebbe termine il giorno precedente all'adesione alla guerra da parte dell'Italia che portò anche alla sospensione delle attività sportive ciclistiche, per ben cinque anni, ai danni dei due campioni italiani.

Un'altra differenza sostanziale fra i due era anche il differente approccio calorico assunto dai due ciclisti; Coppi era molto ligio all'alimentazione e seguiva una dieta mentre Bartali da buongustaio qual'era, non si preoccupava minimamente delle diete e mangiava e beveva liberamente anche prima di una gara.

Tra il 1943 (settembre) e il 1944 (giugno) egli aiutò in maniera fondamentale i rifugiati ebrei  celando nei tubi del telaio della bicicletta, foto tessere e materiale utile alla realizzazione di documenti falsi da parte di una stamperia, di cui pochi conoscevano l'esistenza.

Bartali compiva numerosi viaggi verso e dalla stamperia (dalla stazione di Terontola-Cortona ad Assisi) per facilitarne la velocità nel trasporto di documenti e del materiale; in quel periodo egli lavorava come riparatore di biciclette e in particolar modo delle ruote di tali mezzi da corsa.

Tale gesto fu premiato nel 2005 dall'allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che lo insignì  della medaglia d'oro al merito civile per il suo correre incessante da Cortona ad Assisi che donò il regalo di poter continuare a vivere a quasi 800 persone di origine ebrea.

Durante questo periodo egli finì sulla lista nera delle milizie fasciste a causa dell'aiuto portato alla popolazione ebrea e quindi dovette cercare rifugio presso amici e parenti che si trovavano nella località di Città di Castello; qui vi rimase a vivere per circa cinque mesi.

Voci non confermate diffusero la “leggenda” di una sua affiliazione alla Repubblica Sociale Italiana ma tale appartenenza non fu mai concretizzata; anzi chi mise in giro tali notizie non pensò alla poca consistenza di tale affermazione poiché Bartali non ebbe mai in simpatia il movimento fascista e con cadenza frequente si opponeva alle richieste dello stesso regime politico.

Il dopoguerra per Bartali, precisamente nel 1945, significò la ripresa dell'attività ciclistica a livello agonistico all'età di trentuno anni e per molti ciò era la testimonianza che Ginnettaccio stava lentamente percorrendo il viale del tramonto della sua carriera.

Al contrario i ventisei anni di Coppi alimentavano di speranza il ciclismo italiano che vedeva nell'Airone (ovvero Fausto) un potenziale da far esplodere a breve tempo.

Il Giro d'Italia del 1946 fu ad appannaggio di Bartali che precedette l'ex compagno di squadra Fausto Coppi all'epoca passato alla scuderia Bianchi per soli 47 secondi.

Impossibilitato a poter partecipare al Tour De France, poiché agli ex combattenti che avevano preso parte alla guerra non era consentito, Bartali si rifece dominando in terra elvetica il Giro della Svizzera.

La Milano-Sanremo nel 1947 divenne una sua vittoria e causa di un semplicissimo inconveniente meccanico dovette cedere il Giro d'Italia al suo rivale di sempre Fausto Coppi; comunque la sconfitta non lo scosse più di tanto poiché si aggiudicò il Giro della Svizzera, considerata a quei tempi del dopoguerra la kermesse ciclistica più importante tra le corse a tappe.

L'inizio del 1948 non fu dei migliori poiché finì ottavo al Giro d'Italia; la sorte però non fu benevola neanche con l'Airone perché egli abbandonò la competizione come forma di protesta per il mancato provvedimento preso ai danni di Fiorenzo Magni reo di aver spinto lo stesso Coppi e di aver causato la perdita del giro a Ezio Cecchi.

Ginettaccio in quell'anno fu l'unico degno rappresentante del ciclismo italiano che poteva dettare legge sui terreni transalpini del Tour De France poiché Magni non era considerato il benvenuto per motivazioni prettamente politiche e Coppi non si sentiva ancora pronto per una simili kermesse sportiva.

Per il Tour De France mise su una squadra poco considerata e sulla carta poco quotata a tal punto da essere definita "squadra da quattro soldi".

Quell'edizione del Tour presentava tutti elementi sfavorevoli a Gunettaccio: “non amore” dei francesi per gli italiani, un'età non più giovane e una squadra non eccelsa; proprio per questi aspetti egli entrò di diritto nella storia del tour.

Memorabile nella storia del ciclismo rimarrà la sua “cavalcata” sulle Alpi attraverso il Colle d'Allos, il Colle di Vars e il Colle dell'Izoard  che gli consentì di aggiudicarsi la Cannes-Briançon;  sul Colle dell'Izoard la sua impresa è testimoniata dalla presenza di una stele in suo onore che ricorda il miracolo di Bartali nell'aver recuperato più di venti minuti al francese  Louison Bobet.

Si ripeté nella tappa di 263 chilometri Briançon-Aix-les-Bains, percorrendo i colli del Galibier della Croix-de-Fer e del Lautaret che gli consentì di aggiudicarsi la maglia gialla.

La titanica fatica di Bartali servì da diversivo in Italia per evitare una potenziale guerra civile scaturita dall'attentato ordito ai danni di Palimiro Togliatti, all'epoca segretario del PCI, l'accaduto alimentò il malcontento latente e comportò l'istituzione di un clima di terrore e tensione.

Legenda vuole che furono Giulio Andreotti e Alcide De Gaspari per mezzo di alcune telefonate ad incitare e ad esortare il ciclista Bartali nell'impresa, che si concretizzò al Tour De France, per risollevare gli animi di una nazione sprofondata in un'apparente irreversibile sconforto.

De Gaspari andò personalmente ad accogliere al suo rientro in Italia, dalla Francia, Ginettaccio e acclamandolo come un eroe e salvatore della patria gli chiese cosa volesse in regalo per aver concretizzato l'impossibile; leggende narrano che il desiderio di “non pagare più le tasse” fu la risposta di Bartali.

La fine dell'anno ciclistico però non sorrise ne a Coppi e ne allo stesso Bartali che durante la competizione mondiale su strada di Valkenburg dovettero ritirarsi dopo aver condotto una gara in sordina, preoccupati più nello studiare a livello teorico le mosse dell'avversario che nell'agire per il beneficio della gara e per onorare i moltissimi immigrati italiani.

Coppi si aggiudicò il Giro d'Italia del 1949 davanti a Bartali che aiutò a sua volta l'Airone nel successo finale al Tour de France, piazzandosi come nel Giro alle spalle di Fausto.

Nel Tour De France del 1950 fu costretto a ritirarsi, insieme a Magni, per colpa dell'aggressione di alcuni tifosi francesi sul Col d'Aspin; però vinse un faticosissima e dispendiosa, dal punto di vista energetico, Milano-Sanremo resa ancora più ardua da un diluvio incessante.

Nel 1951 e nel 1952 si piazzò quarto al Tour De France come “gregario” di Coppi e si aggiudicò a quasi quarant'anni (trentotto per l'esattezza) il suo ultimissimo successo nel Campionato italiano.

Dopo l'essersi aggiudicato nel 1953 ,a trentanove anni, il Giro della Toscana, un grave incidente stradale rischiò di sottoporlo all'amputazione della gamba destra che gli era andata in cancrena.

Alla Milano-Sanremo, dopo qualche mese, non riuscì a lasciare traccia della sua prova abbastanza deludente però ebbe il sostegno di tutti i suoi tifosi.

Nel 1954 plasmò a Città di Castello, dove visse alcuni mesi sotto protezione della popolazione, un circuito apposito per poter concludere la sua carriera professionistica.

La collaborazione tra Fausto Coppi e Gino Bartali avvenne nel 1959 quando Bartali inglobò nel suo team un Fausto Coppi in piena crisi con lo scopo di ripristinare il mito che si era guadagnato le prime pagine dei giornali e gli elogi di tutti a suon di successi ciclistici.

Anche apparendo di rado in manifestazioni che “parlavano” di ciclismo Bartali non perdeva mai occasione per denunciare i mali che stavano rosicchiando l'anima di questo sport dal profondo: corruzione, ingaggi sproporzionati e il doping.

Partecipò anche al Tg satirico di Striscia la Notizia nel 1991.

Ginettaccio scomparve nell'abitazione di Firenze in piazza Cardinale Elia Dalla Costa il 5 Maggio del 2000.

La moglie di Bartali, Adriana, ricevette il 25 aprile 2006 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la medaglia d'oro al valor civile per l'aiuto prestato agli ebrei nel periodo della  Seconda guerra mondiale.

Per la stessa motivazione Gino Bartali, il 2 ottobre 2011, fu inserito tra i Giusti dell'Olocausto nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova.

 

Palmarès

1933

Bologna-Raticosa

1934

Giro del Casentino

Bassano-Montegrappa

Coppa Bologna

1935

7ª tappa Giro d'Italia (Porto Civitanova > L'Aquila)

1ª tappa Reus-Barcellona-Reus (Reuss > Barcellona)

2ª tappa Reus-Barcellona-Reus (Circuito del Montjuïc)

Classifica generale Reus-Barcellona-Reus

1ª Circuit du Midi (Toulouse > Millau)

2ª tappa Vuelta al País Vasco (Vitoria > Pamplona)

3ª tappa Vuelta al País Vasco (Pamplona > Bayonne)

5ª tappa Vuelta al País Vasco (San Sebastián > Bilbao)

Classifica generale Vuelta al País Vasco

Giro Due Provincie di Messina

Coppa Bernocchi

Campionati italiani, Prova a punti

1936

Giro della Provincia di Milano (con Learco Guerra)

9ª tappa Giro d'Italia (Campobasso > L'Aquila)

19ª tappa Giro d'Italia (Riva del Garda > Gardone)

20ª tappa Giro d'Italia (Gardone > Salsomaggiore)

 Classifica generale Giro d'Italia

Giro di Lombardia

1937

9ª tappa Giro d'Italia (Rieti > Terminillo)

12ª tappa Giro d'Italia (Napoli > Foggia)

19ª tappa Giro d'Italia (Vittorio Veneto > Merano)

20ª tappa Giro d'Italia (Merano > Gardone)

 Classifica generale Giro d'Italia

7ª tappa Tour de France (Aix-les-Bains > Grenoble)

Gran Premio di Littoria (valido come Campionato italiano)

Giro del Piemonte

1938

Giro della Provincia di Milano (con Pierino Favalli)

Tre Valli Varesine

11ª tappa Tour de France (Montpellier > Marseille)

14ª tappa Tour de France (Digne > Briançon)

 Classifica generale Tour de France

1939

Giro della Provincia di Milano (con Pierino Favalli)

Milano-Sanremo

Giro di Toscana

2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Genova)

11ª tappa Giro d'Italia (Forlì > Firenze)

17ª tappa Giro d'Italia (Cortina d'Ampezzo > Trento)

19ª tappa Giro d'Italia (Sondrio > Milano)

Giro del Piemonte

Giro di Lombardia

1940

Giro Provincia di Milano (con Pierino Favalli)

2ª tappa GP Leptis-Magna (Homs > Tripoli)

Milano-Sanremo

Giro di Toscana

17ª tappa Giro d'Italia (Pieve di Cadore > Ortisei)

19ª tappa Giro d'Italia (Trento > Verona)

Giro di Campania

Gran Premio di Roma

Campionati italiani, Prova a punti

Giro di Lombardia

1941

Coppa Marin

1942

Gran Premio di Milano

1945

1ª tappa Giro delle Quattro Provincie (Roma > L'Aquila)

Classifica generale Giro delle Quattro Provincie

Giro di Campania

1946

Trofeo Matteotti

Meisterschaft von Zürich

 Classifica generale Giro d'Italia

1ª tappa Tour de Suisse (Zurigo > Basilea)

5ª tappa Tour de Suisse (Zugo > Lugano)

6ª tappa Tour de Suisse (Lugano > Arosa)

8ª tappa Tour de Suisse (San Gallo > Zurigo)

Classifica generale Tour de Suisse

Gran Prix de Bassecourt

1947

Milano-Sanremo

3ª tappa, 2ª semitappa Tour de Romandie

2ª tappa Giro d'Italia (Torino > Genova)

16ª tappa Giro d'Italia (Vittorio Veneto > Pieve di Cadore)

1ª tappa Tour de Suisse (Vaduz > Davos)

2ª tappa Tour de Suisse (Davos > Bellinzona)

Classifica generale Tour de Suisse

1948

Giro di Toscana

Meisterschaft von Zürich

1ª tappa Tour de France (Parigi > Trouville)

7ª tappa Tour de France (Bordeaux > Lourdes)

8ª tappa Tour de France (Lourdes > Toulouse)

13ª tappa Tour de France (Cannes > Briançon)

14ª tappa Tour de France (Briançon > Aix-les-Bains)

15ª tappa Tour de France (Aix-les-Bains > Losanna)

19ª tappe Tour de France (Metz > Liège)

Classifica generale Tour de France

1949

1ª tappa, 2ª semitappa Tour de Romandie (Metz > Liège)

2ª tappa Tour de Romandie (Metz > Liège)

Classifica generale Tour de Romandie

16ª tappa Tour de France (Cannes > Briançon)

1950

Milano - Sanremo

Giro di Toscana

9ª tappa Giro d'Italia (Vicenza > Bolzano)

11ª tappa Tour de France (Pau > Saint-Gaudens)

1951

Gran Premio Industria di Belmonte-Piceno

Giro del Piemonte

1952

2ª tappa Roma-Napoli-Roma (Caserta > Salerno)

Giro dell'Emilia

Giro della Provincia di Reggio Calabria

 Campionati italiani, Prova a punti

1953

Giro dell'Emilia

Giro di Toscana

 

Altri successi:

1935

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1936

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1937

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1938

 Classifica scalatori (Tour de France) 1937

1939

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1940

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1946

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1947

Classifica Gran Premio della Montagna Giro d'Italia

1948

Classifica scalatori (Tour de France) 1948

 

Piazzamenti:

Grandi giri

Giro d'Italia:

1935: 7º

1936: vincitore

1937: vincitore

1939: 2º

1940: 9º

1946: vincitore

1947: 2º

1948: 8º

1949: 2º

1950: 2º

1951: 10º

1952: 5º

1953: 4º

1954: 13º

Tour de France:

1937: ritirato

1938: vincitore

1948: vincitore

1949: 2º

1950: ritirato

1951: 4º

1952: 4º

1953: 11º

 

Classiche

Milano -S anremo

1935: 4º

1936: 23º

1938: 7º

1939: vincitore

1940: vincitore

1941: 12º

1942: 11º

1943: 5º

1946: 4º

1947: vincitore

1948: 30º

1949: 15º

1950: vincitore

1951: 27º

1952: 37º

1953: 34º

1954: 13º

Liegi - Bastogne - Liegi

1951: 6º

Giro di Lombardia

1935: 3º

1936: vincitore

1937: 2º

1938: 2º

1939: vincitore

1940: vincitore

1941: 9º

1942: 2º

1945: 3º

1947: 2º

1950: 31º

1951: 11º

1952: 36º

 

Competizioni mondiali:

Campionati del mondo

Berna 1936 - In linea: 7º

Valkenburg 1938 - In linea: ritirato

Zurigo 1946 - In linea: 12º

Valkenburg 1948 - In linea: ritirato

Moorslede 1950 - In linea: ritirato

Varese 1951 - In linea: 9º

Lussemburgo 1952 - In linea: 10º

 

Televisione

“Gino Bartali – L'intramontabile” fu una miniserie in due puntate mandata inonda dalla RAI nel 2006; in questa fiction, con location Cortona, il ruolo di Ginettacio è incarnato da Pierfrancesco Favino.

Molti aspetti di questo controverso personaggio del ciclismo sono messi in luce nella serie “Il Grande Fausto” incentrata sulla vita del suo rivale l'Airone Fausto Coppi.

 

Cinema

Alcune apparizione di Bartali nel mondo del cinema sono state:

Bartali ha partecipato ad alcuni film:

Totò al Giro d'Italia (1948)

Femmine di lusso (1960)

 

Onorificenze

Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

— Roma 27 dicembre 1986

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana

— Roma, 27 dicembre 1992

Medaglia d'oro al Merito civile

«Nel corso dell'ultimo conflitto mondiale, con encomiabile spirito cristiano e preclara virtù civica, collaborò con una struttura clandestina che diede ospitalità ed assistenza ai perseguitati politici e a quanti sfuggirono ai rastrellamenti nazifascisti dell'alta Toscana, riuscendo a salvare circa ottocento cittadini ebrei. Mirabile esempio di grande spirito di sacrificio e di umana solidarietà. 1943 - Lucca»

   Roma 31 maggio 2005

 

Riconoscimenti:

Medaglia d'Argento al Valore Atletico nel 1938

Medaglia d'Oro al Valore Atletico nel 1965

Premio Ciclismo Vita Mia nel 1990

Collare d'Oro al Merito Sportivo alla memoria nel 2000

Inserito nella Top 25 della Cycling Hall of Fame

 

 

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