Correre nel verde Voglia di bici: ciclismo e biciclette - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Grandi Campioni

Fausto Coppi, il Campionissimo

Angelo Fausto Coppi nacque a Castellania il 15 settembre del 1919; egli è stato un pistard italiano e un ciclista su strada.

Due erano i soprannomi che gli furono cuciti addosso: “Airone” e “Campionissimo”.

Fausto Coppi è sicuramente uno degli atleti più famosi, a livello mondiale, che lo sport abbia mai avuto; nell'epoca d'oro del ciclismo egli è ricordato come uno dei corridori più potenti e vincenti di quel periodo.

Aveva tutte le qualità necessarie per essere definito ciclisticamente completo poiché era un  ottimo scalatore e passista che sapeva adeguarsi a qualsiasi terreno gli si presentasse di fronte.

Aveva la capacità di stracciare gli avversari sia sulle classiche di un giorno che sulle corse a tappe ed eccelleva anche nel ciclismo su pista.

In vent'anni di carriera, dal 1939 al 1959, si aggiudicò due volte il Tour de France (1949 e 1952) e per ben cinque volte il Giro d'Italia (1940, 1947, 1949, 1952 e 1953) (record).

Nelle corse in linea sono degne di nota i trionfi alla Freccia Vallone  e alla Parigi-Roubaix nel 1950, i tre successi nella Milano-Sanremo (1946, 1948 e 1949) e le cinque affermazioni al Giro di Lombardia (1946, 1947, 1948, 1949 e 1954) (record).

Si aggiudicò molti titoli tra cui quello di Campione del mondo d'inseguimento nel 1947 e nel 1949 nel ciclismo e Campione del mondo di ciclismo nel 1953; dal 1942 al 1956 fu anche primatista dell'ora (45,798 km).

Intensa e seguitissima la sua eterna lotta ciclistica col suo rivale di sempre Gino Bartali, che portò all'originarsi di due differenti fazioni di sostenitori, ovviamente una per Bartali e l'altra per Coppi.

E' passata alla storia la leggendaria foto scattata dal fotografo Carlo Martini, della Omega Fotocronache, il 4 luglio del 1952  durante la salita tra Losanna e Alpe d'Huez (passo del Galibier)  del Tour del France in cui si vedono Bartali e Coppi passarsi una bottiglia d'acqua.

L'immagine diede un volto in stile rivalità-rispetto alla “battaglia” di tipo sportiva tra i due ciclisti; ancora oggi non è chiaro chi ha ricevuto la bottiglia da chi.

Tutt'ora, a circa cinquant'anni dalla morte, Coppi viene ricordato come uno dei grandi sportivi e personaggi italiani che hanno contribuito a rendere glorioso e stimato il nostro paese in tutto il mondo.

Coppi era figlio di Angiolina Boveri e Domenico Coppi e nacque ad Alessandria.

Inizialmente la bicicletta non occupava la mente del giovane Fausto che iniziò a lavorare presso una salumeria come garzone a Novi Ligure; è proprio a Novi che incontra il popolarissimo massaggiatore cieco, Biagio Cavanna, che ricoprirà un ruolo fondamentale nella strabiliante carriera sportiva di Coppi.

Il circuito di Boffalora (Castellania (Boffalora)-Sarezzano-Tortona-Villalvernia-Castellania) nel luglio del 1937 segna il suo battesimo del fuoco; nell'estate del 1938 Fausto Coppi ottiene a Castelletto d'Orba la sua prima vittoria.

Nel 1939 partecipa ad una corsa a Pavia; in quell'occasione Cavanna scrisse a Giovanni Rossignoli della Bianchi: "Caro Giovanni, ti mando due corridori. Uno, il Coppi, vincerà; l'altro farà quel che potrà".

Come predetto da Cavanna, si registrò la vittoria di Coppi che l'anno successivo passò al professionismo, assumendo il ruolo di gregario di Gino Bartali  presso la Legnano.

La svolta per l'accrescimento della sua fama arriva nel 1940, durante il Giro d'Italia che segna anche il suo esordio in una competizione di un certo livello; l'occasione si presenta e bussa alla porta di Coppi che non se la lascia sfuggire e la fa entrare.

Egli doveva svolgere la mansione di supporto nei confronti del suo capitano Gino Bartali che però cadde durante le prime tappe, autoescludendosi per la vittoria finale; Fausto non ci pensa su due volte e si lancia con vigore e potenza verso il traguardo durante la tappa Firenze-Modena.

Il pubblico che sta seguendo la gara rimane attonito e sbigottito, ma anche ammirato, dall'enorme quantità sinergica dimostrata da questo “sconosciuto”.

Memorabile rimarrà la sua  fuga “partorita” sull'Abetone, in condizioni climatiche avverse per via di un copioso diluvio e conclusasi in un arrivo animato da elogi e dal tripudio generale.

La maglia rosa conquistata verrà mantenuta dallo stesso Fausto fino a Milano, divenendo il più giovane vincitore del Giro d'Italia della storia; infatti Fausto Coppi all'epoca dell'impresa aveva solo vent'anni.

Nel 1942, al velodromo Vigorelli, fece registrare il nuovo record dell'ora; tale ennesima impresa venne suggellata da Coppi davanti ad una “platea” quasi inesistente poiché l'organizzazione, per evitare inutili pericolosi sovraffollamenti per via dell'allarme bombardamenti, comunicò un orario falso ai potenziali spettatori.

Però la carriera ciclistica di Coppi subì una brusca interruzione durante il periodo della guerra; infatti inviato con la fanteria in Africa (Divisione Ravenna), gli inglesi lo fecero prigioniero.

Nel 1945, nelle vesti di attendente di un capitano, rimise piede sul suolo italiano venendo tesserato dalla Sezione Ciclismo della S.S. Lazio; correndo per tale società egli si aggiudicò anche svariati trofei.

Nasce così nel 1946 l'accoppiata "Fausto Coppi-Bianchi" e da questo momento Fausto indosserà per dieci anni la prestigiosa “tenuta” bianco-celeste, con la quale visse le più memorabili imprese della sua carriera.

Il matrimonio con la “Bianchi” fece registrare i suoi primi grandi successi in campo ciclistico: durante la Milano-Sanremo compie una memorabile fuga con un vantaggio di circa 14 minuti sul secondo classificato e  lo speaker alla radio commentò così l'evento: "Primo classificato Coppi Fausto; in attesa del secondo classificato trasmettiamo musica da ballo".

Tre tappe del Giro saranno ad appannaggio di Coppi ma la competizione sarà vinta da Bartali; successivamente si aggiudicò il Grand Prix des Nations (che rivincerà l'anno dopo), il Circuito di Lugano e il suo primo Giro di Lombardia.

Dopo sette anni dal primo successo del Giro d'Italia, era il 1947, l'edizione di quell'anno viene vinta da Fausto Coppi che quindi si ripete trionfalmente; nella sua squadra insieme a lui c'è anche Serse, suo fratello con il quale ha un eccellente rapporto.

Prima di perdere tragicamente la vita nel 1951, dopo una caduta mentre stava effettuando la volata finale al Giro del Piemonte, Serse Coppi si aggiudicò nel 1949 la Parigi-Roubaix.

La seconda Sanremo-Lombardia fu vinta da Coppi nel 1948; l'anno dopo arriva il consolidamento della propria figura sportiva a livello internazionale vincendo  nuovamente il Giro di Lombardia e la Sanremo.

Nel Giro d'Italia realizza la sua più colossale impresa ovvero una fuga nella tappa Cuneo-Pinerolo, durata ben 192 chilometri; dopo aver toccato la Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Colle del Sestriere raggiunse il traguardo con circa 12 minuti di vantaggio sul suo connazionale Bartali.

Mario Ferretti, giornalista dell'epoca, iniziò la sua radiocronaca con una frase leggendaria: "Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi".

Dopo aver dominato sul territorio italiano con la terza conquista del Giro d'Italia, Coppi tentò di compiere l'impresa nel suo primo Tour de France cercando di realizzare l'accoppiata, mai riuscita a nessuno in uno stesso anno, Giro d'Italia-Tour de France.

La partenza di Coppi non è delle migliori poiché perde per strada più di 30 minuti; però Fausto ha abituato i suoi sostenitori a capovolgimenti incredibili ed infatti detta legge durante le interminabili e faticosissime cronometro e lasciando nella propria scia i restanti ciclisti durante la tappa Briançon-Aosta; dopo tale impresa trionfale, in Francia prese piede il mito di "Fostò" (nome di fausto un po' francesizzato).

A Copenaghen, durante il mondiale, ottiene un ottimo terzo posto alle spalle di  Van Steenbergen e lo svizzero Kübler.

I successi alla Freccia Vallonee alla Parigi-Roubaix inaugurarono il 1950; però l'anno sembra non concludersi benissimo poiché durane la nona tappa del Giro d'Italia, la Vicenza-Bolzano, la sbandata di un corridore posizionato davanti a lui gli è fatale perché provoca la sua caduta che gli procurerà la frattura tripla del bacino, diagnosticatagli all'ospedale di Trento.

Per lo sfortunatissimo Fausto Coppi purtroppo la stagione finisce qui.

L'anno successivo un'altra disgrazia, però non sportiva, piomba nella vita di Coppi; viene a mancare il fratello Serse e tale episodio segna profondamente il suo lato umano.

Inizia il Giro d'Italia con due vittorie di tappa e un enorme dispiacere nel cuore per la morte del fratello; durante la tappa di Montepellier si può notare un Coppi provato e distrutto che riesce a risalire il baratro solo grazie al calore e al sostegno dei suoi tifosi.

Concretizza il suo ringraziamento verso di loro aggiudicandosi la Gap a Briançon, tappa alpine del Giro d'Italia.

Gli ostacoli che si erano presentati nei precedenti anni vengono sgretolati nel 1952 con i successi

rappresentati dalle tre tappe e dalla classifica finale al Giro d'Italia, cinque tappe al Tour de France; di cui la prima è quella dell'Alpe d'Huez nella storia della Grande Boucle.

Difende la maglia gialla fino all'arrivo nella capitale transalpina; questo è l'anno della leggendaria foto scattata sul colle del Galibier che immortala tre originali protagonisti: Bartali, Coppi e una borraccia d'acqua.

La quinta vittoria al Giro d'Italia giunge nel 1953; sullo Stelvio lascia dietro la sua scia Hugo Koblet  ma è nel Campionato del Mondo che da sfoggio delle sue innate qualità.

A Lugano Fausto genera il deserto dietro di se con il belga Germain Derycke che cerca di stargli dietro ma quando mancano circa 30 chilometri all'arrivo, Coppi si dilegua e “taglia” il traguardo con circa 6 minuti di vantaggio.

Da qui in poi la sua carriera prenderà una piega molto favorevole; si aggiudica per la quinta volta il Giro di Lombardia nel 1954.

Coppi vince il suo quarto Campionato Italiano su strada nel 1955 e conquista la seconda posizione al Giro d'Italia dovendo abdicare, per soli 13 secondi, in favore di Fiorenzo Magni; nella Parigi-Roubaix, coglie la sua ultima vittoria al Giro dell'Appennino.

L'ultimo successo piomba nella sua gloriosa carriera, con la casacca della Carpano-Coppi, nel 1957, al Trofeo Baracchi, in coppia con Ercole Baldini durante la cronometro.

Gino Bartoli diresse nel 1959 il progetto "San Pellegrino" che prevedeva come capitano proprio Fausto Coppi; tale evento riuscì a riunire, dopo vent'anni, i due eterni rivali per un fine comune.

In totale realizzò 122 successi durante la sua carriera ciclistica, potendo sfoggiare per 19 giorni la maglia gialla e per 31 giorni la maglia rosa, numeri che non furono mai più raggiunti lontanamente da nessuno.

Il record sulla pista del Velodromo Vigorelli fu realizzato a Milano il 7 novembre 1942.

Per concretizzare tale risultato egli usò un rapporto 52 x 15 con una media di 103,3 pedalate al minuto.

Lo strumento utilizzato per tale impresa, ovvero la bicicletta, può essere ammirato tutt'oggi nella cappella della Madonna del Ghisallo, nei pressi di Como.

I tempi ottenuti da Coppi furono i seguenti:

1 km: 1'17"

2 km: 2'36"

3 km: 3'53"

4 km: 5'12"

5 km: 6'30"

10 km: 13'02"

15 km: 19'35"

20 km: 26'08"

30 minuti: 22,946 km

25 km: 32'41"

30 km: 39'14"

35 km: 45'47"

40 km: 52'19"

45 km: 58'5"

ora: 45,871 km (corretto in 45,798 km)

Il record di 45,767 km, stabilito da Maurice Archambaud, cinque anni prima sulla stessa pista fu polverizzato da Fausto Coppi.

Jacques Anquetil fu colui che nel 1956 cancellò il record dell'Airone.

Dopo aver preso parte alla squadra costituita da Bartali, Coppi insieme ad altri amici (Raphaël Géminiani e Jacques Anquetil)  partecipò nel dicembre del 1959 a una corsa nell'Alto Volta, l'odierna Burkina Faso, in omaggio all'indipendenza del Paese.

Successivamente prese parte ad una battuta di caccia nei pressi di Ouagadougou; qui il morbo della malaria attaccò lo sportivo.

Verso la fine del 1959 egli si ritrova preda di nausea, brividi e febbre altissima; la salute dell'Airone già il 1° gennaio 1960 sembra peggiorare.

Sotto supervisione del professor Astaldi, primario dell'ospedale di Tortona, il suo medico curante, tale dottor Allegri, decise di ricoverare il campione di ciclismo presso un nosocomio.

La salute di Coppi venne valutata anche dal professor Fieschi, facente parte dell'Università di Genova.

Purtroppo le cure somministrate a base di cortisonici e antibiotici non ebbero l'effetto sperato e Fausto Coppi sprofondò in uno stato comatoso da cui non si riprese più; la morte della leggenda del ciclismo giunse il 2 gennaio del 1960 intorno alle 8,45.

Successivamente si scoprì che i medici avevano errato la valutazione della malattia che aveva colpito Coppi, scambiandola per uno stato influenzale molto più marcato; gli stessi dottori erano stati preventivamente avvisati dal fratello e dalla moglie di Géminiani poiché i sintomi della malaria erano stati avvertiti in Raphaël.

Presso il cimitero di Castellania egli venne sepolto e al suo funerale giunsero migliaia di persone,  per la maggior parte appartenenti all'universo ciclistico.

Storie inverosimili legate alla morte di Coppi  rimbalzarono all'interno e fuori del mondo dello sport; una di queste narrava di una morte programmata, non per malattia, causata da avvelenamento perpetrato ai danni di Coppi per vendetta poiché un ciclista africano del luogo aveva perso la vita.

Miglior sorte toccò a Géminian che grazie alle cure a base di chinino poté sopravvivere alla malaria, contratta per aver alloggiato nella stessa camera di Coppi in Burkina Faso.

Nonostante il fisico non molto atletico Coppi era provvisto di una agilità muscolare fuori dalla norma e di un eccellente sistema cardio-respiratorio; 7 litri per la sua capacità polmonare e a riposo, 32 pulsazioni cardiache al minuto.

La delicatezza delle sue ossa lo costringevano spesso a lunghi stop che lo tenevano lontano dalle strade e dalle piste ciclistiche; oltre agli infortuni fisici anche il conflitto mondiale contribuì a tenerlo per un lungo periodo lontano dall'attività ciclistica.

Oltre al ciclismo Coppi adorava il gioco del calcio; egli tifava per l'Alessandria ma era simpatizzante anche della squadra della Sampdoria, poiché aveva vissuto circa dieci anni nella località di  Genova Sestri Ponente; qui, nel 1945, sposò Bruna Ciampolini.

In alcune circostanze, più che altro in occasioni di beneficenza, egli si infilo gli scarpini come a Milano e a Genova.

Giancarlo Governi, uno dei suoi biografi, ipotizzava che il Torino fosse la squadra di Fausto Coppi.

Finito il periodo di prigionia nel continente africano egli decise di voler riprendere la carriera sulle due ruote; quindi deciso e tenace si presentò senza preavviso dinnanzi a Gino Palumbo, appartenente alla redazione sportiva della Voce e gli disse: «Sono Coppi e vorrei tornare a correre, ma ho soltanto una bici militare con le gomme piene che mi procurano dolori continui.

Il suo giornale mi può aiutare?»

Palumbo non se lo fece ripetere due volte e inviò subito un accorato appello: «Date una bicicletta a Fausto Coppi»; al messaggio risposero tre persone.

Palumbo raccontò: «Scegliemmo la bici di un falegname di Grumo Nevano. Si chiamava Davino. Venne al giornale, consegnò la bici a Fausto, che non dimenticò mai il gesto. Due mesi dopo andò a Grumo per una gara di ciclocross».

Nel 1950 durante la Parigi-Roubaix  che si aggiudicò Coppi, Maurice Diot che arrivò secondo, alzando le braccia al cielo al traguardo esclamò: "Ho vinto la Roubaix. Coppi era fuori concorso".

Coppi non fu protagonista solo nello sport ma anche nelle cronache scandalistiche per la sua relazione extraconiugale con la moglie del dottor Enrico Locatelli, tale Giulia Occhini; il marito era  il medico condotto di Varano Borghi.

I due si conobbero nel 1948 durante la Tre Valli Varesine ed ella passò alla storia con il nominativo di "Dama Bianca".

Tale denominazione fu affibbiata alla Occhini da parte del giornalista de L'Équipe, Pierre Chany, nel 1953 durante la vittoria di Fausto Coppi al Campionato del Mondo, per via del suo montgomery  che ovviamente era di un colore bianco.

Il loro legame extraconiugale fu portato alla luce nel giugno del 1953.

I vincoli matrimoniali di ambedue gli amanti, innestarono ondate di polemiche e malelingue che spinsero anche il Papa Pio XII a rendere condannabile tale comportamento dei due.

Ciò portò alla separazione dell'Airone da sua moglie Bruna Ciampolini, che gli diede una figlia di nome Marina, nata l'11 novembre del 1947; l'effettiva separazione da ambedue le parti si concretizzò nel 1954; diversa fu la situazione della Occhini che fu ripudiata e soggetta a denuncia da parte del marito.

La dama bianca fu costretta a passare quattro giorni in carcere poiché era in attesa dello svolgimento del processo; successivamente dovette trasferirsi ad Ancona, in domicilio coatto mentre Coppi vide ritirato il suo passaporto.

Il responso del processo che si svolse nel marzo del 1955, decretò la condanna della Occhini a tre mesi di carcere e di Coppi a due mesi; ambedue poterono utilizzare la sospensione condizionale della pena.

Giulia Occhini e Coppi si unirono in matrimonio in Messico; però tale vincolo non fu mai  reso valido nel nostro paese e dal loro amore nacque un figlio, Angelo Fausto “Faustino”, nato il 13 maggio 1955 a Buenos.

Angelo Fausto Coppi, in possesso del doppio passaporto italiano e argentino, fu fatto nascere in Argentina per poter ricevere il cognome "Coppi", poiché Locatelli si rifiutava di rinnegare la paternità del piccolo.

 

Palmarès di Coppi:

Su strada:

1939

  • Coppa Città di Pavia

  • Coppa Canepa

  • Giro del Penice

  • Giro del Casentino

1940

  • 11ª tappa Giro d'Italia (Firenze > Modena)

Classifica generale Giro d'Italia

1941

  • Giro di Toscana

  • Giro dell'Emilia

  • Giro del Veneto

  • Tre Valli Varesine

  • Giro della Provincia di Milano (cronocoppie con Ricci)

1942

  • Campionati italiani, Prova in linea

1945

  • Coppa Salvioni

  • Coppa Candelotti

1946

  • Milano-Sanremo

  • Giro di Romagna

  • 4ª tappa, 2ª semitappa Giro d'Italia (Prato > Bologna)

  • 13ª tappa Giro d'Italia (Udine > Auronzo di Cadore)

  • 14ª tappa Giro d'Italia (Auronzo di Cadore > Bassano del Grappa)

  • Giro di Lombardia

  • Grand Prix des Nations

1947

  • Giro di Romagna

  • 4ª tappa Giro d'Italia (Reggio Emilia > Prato)

  • 8ª tappa Giro d'Italia (Roma > Napoli)

  • 16ª tappa Giro d'Italia (Pieve di Cadore > Trento)

  • Classifica generale Giro d'Italia

  • 5ª tappa Tour de Suisse (Losanna > Ginevra)

  • Giro del Veneto

  • Grand Prix des Nations

  • Attraverso Losanna

  • Giro di Lombardia

  • Giro dell'Emilia

  • Campionati italiani, Prova in linea

1948

  • Milano-Sanremo

  • 16ª tappa Giro d'Italia (Auronzo di Cadore > Cortina d'Ampezzo)

  • 17ª tappa Giro d'Italia (Cortina d'Ampezzo > Trento)

  • Tre Valli Varesine

  • Giro di Lombardia

  • Giro dell'Emilia

1949

  • Milano-Sanremo

  • Giro di Romagna

  • 4ª tappa Giro d'Italia (Cosenza > Salerno)

  • 11ª tappa Giro d'Italia (Bassano del Grappa > Bolzano)

  • 17ª tappa Giro d'Italia (Cuneo > Pinerolo)

  • Classifica generale Giro d'Italia

  • 7ª tappa Tour de France (Les Sables d'Olonne > La Rochelle)

  • 17ª tappa Tour de France (Briançon > Aosta)

  • 20ª tappa Tour de France (Colmar > Nancy)

  • Classifica generale Tour de France

  • Giro del Veneto

  • Giro di Lombardia

  • Campionati italiani, Prova in linea

1950

  • Parigi-Roubaix

  • Freccia Vallone

  • Giro della Provincia di Reggio Calabria

  • 2ª tappa Roma-Napoli-Roma

1951

  • 6ª tappa Giro d'Italia (Perugia > Terni)

  • 18ª tappa Giro d'Italia (Cortina d'Ampezzo > Bolzano)

  • 20ª tappa Tour de France (Gap > Briançon)

  • Gran Premio di Lugano

1952

  • 5ª tappa Giro d'Italia (Roma > Rocca di Papa)

  • 11ª tappa Giro d'Italia (Venezia > Bolzano)

  • 14ª tappa Giro d'Italia (Erba > Como)

  •  Classifica generale Giro d'Italia

  • 7ª tappa Tour de France (Metz > Nancy)

  • 10ª tappa Tour de France (Losanna > L'Alpe d'Huez)

  • 11ª tappa Tour de France (Le Bourg d'Oisans > Sestrières)

  • 18ª tappa Tour de France (Bagnères-de-Bigorre > Pau)

  • 21ª tappa Tour de France (Limoges > Puy de Dôme)

  • Classifica generale Tour de France

  • Gran premio di Lugano

  • 1ª tappa Gran premio del Mediterraneo (Napoli > Foggia)

  • 6ª tappa Gran premio del Mediterraneo (Catania > Siracusa)

  • Classifica generale Gran premio del Mediterraneo

1953

  • Campionati del mondo, Prova in linea

  • 4ª tappa Giro d'Italia (San Benedetto del Tronto > Roccaraso)

  • 19ª tappa Giro d'Italia (Auronzo di Cadore > Bolzano)

  • 20ª tappa Giro d'Italia (Bolzano > Bormio)

  • Classifica generale Giro d'Italia

  • Trofeo Baracchi (cronocoppie)

1954

  • 3ª tappa Paris-Côte d'Azur

  • Giro di Campania

  • 4ª tappa Roma-Napoli-Roma (Napoli > Latina)

  • 5ª tappa Roma-Napoli-Roma (Latina > Roma)

  • 20ª tappa Giro d'Italia (San Martino di Castrozza > Bolzano)

  • 2ª tappa Tour de Suisse (Winterthur > Davos)

  • 4ª tappa Tour de Suisse (Lecco > Lugano)

  • Coppa Bernocchi

  • Giro di Lombardia

  • Trofeo Baracchi (cronocoppie)

1955

  • Giro di Campania

  • 5ª tappa Gran Premio Ciclomotoristico (Aprilia > Roma)

  • 20ª tappa Giro d'Italia (Trento > San Pellegrino Terme)

  • Giro dell'Appennino

  • Campionati italiani, Prova in linea

  • Tre Valli Varesine

  • Trofeo Baracchi (cronocoppie)

1956

  • G.P. di Lugano - 2° G.P. Davide Campari (cronometro)

1957

  • Trofeo Baracchi (cronocoppie)

Altri successi:

1938

  • Circuito di Castelletto d'Orba

1939

  • Circuito di Susa

1942

  • Record dell'ora

1945

  • Circuito degli Assi

  • Criterium di Lugano

  • Circuito di Ospedaletti

1946

  • Circuito di Lugano

  • Circuito del Trocadero

1948

  • Classifica scalatori Giro d'Italia

1949

  • Classifica scalatori Giro d'Italia

  • Classifica scalatori Tour de France

  • Challenge Desgrange-Colombo

1950

  • Circuito di Genova

1951

  • Acht van Brasschaat

1952

  • Classifica scalatori Tour de France

  • 2ª tappa Gran premio del Mediterraneo (Foggia > Bari, cronosquadre)

  • Criterium di Tarascona

  • Criterium d'Auch

  • Criterium di Vallorbe

1953

  • Circuito di Borgosesia

  • Circuito degli assi a Tortona

  • Bol d'Or des Monedières

  • Gran premio di Firminy

1954

  • Classifica scalatori Giro d'Italia

  • Circuito di Cagliari

  • Circuito di Palermo

1958

  • Circuito di Calvisano

Pista:

1940

  • Campionati italiani, Inseguimento individuale

1941

  • Campionati italiani, Inseguimento individuale

  • Giro della provincia di Milano

1942

  • Campionati italiani, Inseguimento individuale

1947

  • Campionati del mondo, Inseguimento individuale

  • Campionati italiani, Inseguimento individuale

1949

  • Campionati del mondo, Inseguimento individuale

  • Campionati italiani, Inseguimento individuale

1958

  • Sei Giorni di Buenos Aires

 

Piazzamenti:

- Grandi giri:

Giro d'Italia:

  • 1940: vincitore

  • 1946: 2º

  • 1947: vincitore

  • 1948: ritirato

  • 1949: vincitore

  • 1950: ritirato

  • 1951: 4º

  • 1952: vincitore

  • 1953: vincitore

  • 1954: 4º

  • 1955: 2º

  • 1956: ritirato

  • 1958: 32º

Tour de France:

  • 1949: vincitore

  • 1951: 10º

  • 1952: vincitore

Vuelta a España:

  • 1959: ritirato

Classiche:

Milano-Sanremo

  • 1940: 17º

  • 1941: 10º

  • 1942: 21º

  • 1946: vincitore

  • 1948: vincitore

  • 1949: vincitore

  • 1950: 4º

  • 1952: 37º

  • 1953: 9º

  • 1954: 4º

  • 1955: 63º

Parigi-Roubaix

  • 1949: 12º

  • 1950: vincitore

  • 1952: 2º

  • 1955: 2º

  • 1959: 44º

Giro di Lombardia

  • 1940: 16º

  • 1941: 5º

  • 1942: 7º

  • 1946: vincitore

  • 1947: vincitore

  • 1948: vincitore

  • 1949: vincitore

  • 1950: 3º

  • 1951: 3º

  • 1952: 35º

  • 1954: vincitore

  • 1955: 11º

  • 1956: 2º

Competizioni mondiali

Campionati del mondo su strada

  • Copenaghen 1949 - In linea: 3º

  • Lugano 1953 - In linea: vincitore

  • Solingen 1954 - In linea: 6º

  • Copenaghen 1956 - In linea: 15º

  • Reims 1958 - In linea: 18º

Campionati del mondo su pista

  • Parigi 1947 - Inseguimento individuale: vincitore

  • Amsterdam 1948 - Inseguimento individuale: 2º

  • Ordrup 1949 - Inseguimento individuale: vincitore

 

Televisione:

La fiction “Il grande Fausto”, diretta da Alberto Sironi e interpretata da Ornella Muti e da Sergio Castellitto, andata in onda sulla RAI il 29 e il 30 ottobre 1995, in due puntate raccontava la storia e le gesta del campione di ciclismo.

Altri aspetti dell'uomo Coppi sono stati mostrati nella fiction "Gino Bartali - L'intramontabile", coprodotta da RAI-Endemol e trasmessa su Rai Uno nel 2006.

 

Cinema:

Nella pellicola del 1948 “Totò al giro d'Italia” di Mario Mattioli, l'Airone vestiva i panni di se stesso; nell'opera di Sylvain Chomet, “Appuntamento a Belleville” una caricatura di Coppi si ergeva da protagonista. 

 

Riconoscimenti:

Fausto Coppi fu inserito di diritto nella Top 25 della Cycling Hall of Fame

 

 

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