Correre nel verde Voglia di bici: ciclismo e biciclette - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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PEDALANDO LUNGO L’APPIA ANTICA

In bici tra mausolei, tumuli e ville, steli marmoree. Come a dire, in bici nella storia. Un’incursione in un paesaggio dal fascino eccezionale, che gronda segni e testimonianze in un passato lontano: una proposta obbligata in una guida come questa, insomma, è una proposta unica: Perché il patrimonio di una strada monumentale dal pari valore archeologico e paesaggistico, nonostante gli attentati alla sua integrità perpetrati negli ultimi decenni, non lo possiede forse nessun altra città al mondo.

 

VISITA SULLE DUE RUOTE ALLA “REGINA VIARUM”

Provincia: Roma

Distanze: nessuna, l’itinerario è compreso entro il Grande Raccordo Anulare.

Come arrivare: la partenza è dalle Mura Aureliane e precisamente dalla Porta S. Sebastiano, nei pressi della via Cristoforo Colombo

Tempo indicativo di percorrenza : 2 - 4 ore

Da sapere: (orario di visita 9.00 – 12.00 e 14.30 – 17.00, chiuse il giovedì) catacombe di San Sebastiano, catacombe di San Callisto, Circo di Massenzio (visitabile su richiesta alla Soprintendenza Archeologica di Roma 0667102070), Mausoleo di Cecilia Metella (9 13.30 chiuso il lunedì) EPT di Roma (064881851)

Da Porta San Sebastiano si prende a pedalare lungo l’Appia antica, il cui tratto urbano corrisponde alle attuali vie delle Terme di Caracolla e di Porta S. Sebastiano. Passati sotto i ponti della tangenziale e della ferrovia, si toccano la chiesa del Quo Vadis davanti al bivio con l’Ardeatina e più avanti l’ingresso della catacombe di S. Callisto. Lasciata a sinistra l’Appia Pignatelli, si prosegue a pedalare sul rettilineo su cui si affacciano la basilica e le catacombe di S. Sebastiano. Qui ha inizio il tratto più interessante dell’itinerario. Sulla sinistra c’è un circo per corse per carri tra i più importanti della Roma antica, quello di Massenzio. La sua visita oltre scorci inusuali di mura e balle di fieno sull’amplissima arena (misura più di mezzo chilometro di lunghezza). Segue dopo una piccola salita la tomba di Cecilia Metella: mausoleo di forma cilindrica, tra i più famosi della romanità, fu eretto per contenere le spoglie della nobile Cecilia, nuora di quel Crasso che reminiscenze scolastiche assegnano a un celebre triunvirato in compagnia di Cesare e Pompeo. Non inganni la sospetta merlatura, aggiunta difatti del ‘300 dei Caetani per fare del mausoleo un castello.

Fiancheggiata da pini e cipressi secolari, la via prosegue la sua elegantissima passerella su sepolcri, steli marmoree, sarcofagi, costruzioni un tempo lussuose ma adesso solo accennate da lembi di mura e isolati frammenti architettonici, a causa del tempo e dello sconsiderato saccheggio operato negli anni Cinquanta e Sessanta. Ad allora risale anche la scriteriata costruzione di decine di ville che privatizzano ampie aree adiacenti alla via.

Comunque sia, l’atmosfera dei luoghi rimane assai suggestiva e la bicicletta si dimostra il mezzo ideale per goderne appieno. In diversi tratti “fa ballare” l’originale pavimentazione  a poligoni di basalto, provenienti dalle antiche cave dei castelli romani. Ai lati della strada, mortificati oggi dal transito delle automobili, resistono in vari punti anche le crepidenes e cioè i marciapiedi, un tempo riservati ai soli pedoni. Dopo il tumulo dei Curiazi (vi sarebbe seppellito uno dei leggendari guerrieri) e la monumentale Villa dei Quintili, recentemente interessata da un’importante campagna di scavo, si giunge al grande sepolcro detto Casal Rotondo dove ha termine il tratto più interessante della via e ci si gira per far ritorno alla Porta S. Sebastiano.

 

UN’OASI IN CITTA’ NEL PARCO TEVERE NORD

Provincia: Roma

Come arrivare: la partenza è viale Tor di Quinto.

Tempo indicativo di percorrenza : 2 - 3 ore

Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio lungo il viale, si imbocca la stradina asfaltata che sale sulla destra fino alla sommità dell’argine, sulla stradina, che viene nel suo tratto urbano, da Ponte Milvio e prima ancora da Viale Angelico. Mantenendosi alta sul piano fluviale, la pista è assai panoramica e offre belle vedute sulle sponde del Tevere in questo tratto ancora di un certo fascino. Alberi e arbusti ne seguono il largo corso, e molte specie di fiori spuntano a primavera nei campi adiacenti.

Il primo tratto corre tra la vasta estensione degli impianti sportivi di Tor di Quinto, mentre inseguito il paesaggio si fa più naturale. Prati scendono fino alla riva, solcati da sentieri che possono essere percorsi per altrettante variazioni di percorso.

Si possono anche fare anche interessanti osservazioni sugli animali, come i ramarri, che nei mesi estivi vanno pazzi per l’asfalto della pista. Lo sanno bene i gheppi, piccoli falchi che addirittura nidiano in città e che sorvolano questo tratto di fiume in cerca di facili prede come possono esserlo questi rettili. Si osservano anche nibbi bruni, altri rapaci che ali più larghe e scure, e le solite gracchianti cornacchie che amano ormai la città quanto l’aperta campagna.

Verso la fine del percorso si attraversa un fosso su un ponticello in legno e, poco oltre, si giunge a Castel Giubileo dove le acque del Tevere sono sbarrate da una diga. Qui finisce la pista, in prossimità del raccordo anulare, e non resta che fare dietro-front e pedalare tornado al punto di partenza.

 

 

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