Correre nel verde Motori & vele: dedicato a tutto ciò che l'ingegno ci ha dato per muoverci - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Corsarino

Per gli appassionati delle due ruote il termine “ciclomotore” associato al Corsarino era abbastanza riduttivo poiché gli stessi centauri consideravano tale mezzo come una vera e propria piccola moto a quattro tempi.

Col passare degli anni la punta di diamante della casa Morini ha incrementato la propria popolarità consacrandosi, odiernamente, come uno dei leggendari modelli su due ruote che sono stati prodotti nella storia dei ciclomotori e delle moto.

La casa bolognese, dopo aver analizzato una situazione di mercato motociclistico pervasa da un'atmosfera di forte crisi e un buon apprezzamento da parte del pubblico per il “Corsaro”, decise di immettere sul mercato un nuovo modello di ciclomotore. 

Per rimanere coerenti alla linea su cui si basava la casa produttrice, si equipaggiò il nuovo ciclomotore con un motore a quattro tempi che risaltò le prestazioni ma indusse un automatico incremento dei costi di produzione.

 

MODELLO “V” E MODELLO “Z”

Il Corsarino fu realizzato in due diverse tipologie che conobbero simultaneamente le fasi di fabbricazione e realizzazione; nel modello V, conosciuto anche col nome di “Donna”, il telaio del Corsarino si presentava aperto nella parte superiore mentre l'altra tipologia (denominata “Z”) sfoggiava uno stile di tipo sportivo,  provvisto di semimanubri e una sella allungata.

Il primo esemplare (il modello “Donna”) non riscosse molto successo mentre la versione “Z” aumentò il livello di gradimento della casa Morini; in quest'ultimo modello vi era montato un cambio a tre marce con comando a manopola nel motore che a sua volta era costituito da un cilindro leggermente piegato in avanti.

Negli ultimi anni di produzione della casa Morini, la stessa realizzò una variante del modello “Donna”; tale ciclomotore si presentava più abbordabile economicamente poiché era orfano della sospensione posteriore.

Il modello Z fu prodotto anche con una peculiarità cromatica bicolore molto simile a quella presente nel “Corsaro Veloce”;  già provvisto di tre marce, tale ciclomotore è stato arricchito con un cambio a quattro rapporti, con comando a pedale sulla  parte sinistra, durante il 1966.

Il peso dello Z a secco era di 55 chilogrammi mentre la misura del suo interasse era di 1120 millimetri.

 

MODELLO “ZT”

Il modello ZT era molto simile allo Z, ad esclusione  del manubrio e della sella ed inoltre era equipaggiato con il portapacchi collocato sul parafango posteriore.

Esso entrò in fase di produzione qualche anno più tardi rispetto al modello Z e a differenza del suo predecessore poteva sfoggiare un sella corta, un portapacchi e un manubrio alto.

 

MODELLO “ZZ”

Il modello ZZ fu presentato dalla Morini nel 1965 che ne produsse pochissimi esemplari provvisti di cambio a tre marce, comandato a pedale; questo ciclomotore presenta uno stile più sportivo, arricchito da un codino ornato da ovali bianchi “portanumero” (in realtà vi si trovava una decalcomania del “Corsarino”).

Questo era il prototipo dello ZZ poiché la versione definitiva venne immessa sul mercato qualche mese più tardi con il cambio a quattro rapporti (comandato a pedale).

Il cambio a tre marce nel 1967 era presente solo nel modello V e nel 1968 e nel 1969 venne fornito del quattro marce a pedale.

Il modello ZZ ha riscosso enorme successo tra i giovanissimi per moltissimi anni, fornendo ottime prestazioni mediante caratteristiche di solidità e affidabilità.

La Morini provvedeva sistematicamente a modificare esteticamente i propri modelli come testimonia l'esemplare prodotto nella primavera del 1965; tali modelli venivano affidati ai concessionari che li presentavano come originali esemplari da “preserie”.

Venivano montati sempre cambi a tre marce (però con comando a pedale) e vi si notava un'inversione cromatica nel bauletto e nella sella se messa a confronto con quella adottata in seguito.

Una versione da 60 centimetri cubici del Corsarino fu prodotta dalla casa Morini per essere immessa su alcuni mercati; ad esempio in quello americano tale modello fu chiamato “Pirate”.

I modelli Z, ZT e V furono eliminati dal listino nel 1970 e ad essi subentrò nella produzione il “Super Scrambler”; tale ciclomotore era provvisto di un serbatoio di dimensioni più ridotte rispetto allo “Scrambler” (equipaggiato dello stesso telaio a doppia culla continua)  e di una forcella telescopica idraulica innovativa .

Nuovi bauletti furono montati sullo ZZ che fu anche “rivisto” da un punto di vista estetico.

Nel 1977 furono immessi sul mercato gli ultimi modelli del Corsarino.

Il suo motore era l'esempio tangibile di un vero e proprio miracolo della tecnica per l'epoca, fondendo insieme naturalezza e potenza; era fornito, inoltre, di  accensione a volano magnete,

distribuzione ad aste e bilancieri, con valvole parallele, trasmissione primaria a ingranaggi (collocata inversamente alla tradizione della casa bolognese, sulla parte destra, nello stesso settore in cui era ubicato l’albero a canne).

Un carburatore Dell’Orto SH 14/12/2, o un più adatto UA 15 BS, venne utilizzato per l'alimentazione.

 

SCRAMBLER E SUPER SCRAMBLER

La casa bolognese della Morini nel 1966, arricchì  la sua scuderia di veicoli a due ruote con l'immissione sul mercato dello Scrambler; esso era equipaggiato con un cambio a quattro marce,    dallo stile selvaggio e affascinante e con un grande serbatoio.

Lo Scambler montava un caratteristico tubo di scarico rialzato; successivamente fu introdotto in commercio il Super Scambler, che poteva orgogliosamente sfoggiare un innovativo telaio a doppia culla continua, equipaggiato con forcella telescopica idraulica a canne scoperte.


 

 

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