Correre nel verde Motori & vele: dedicato a tutto ciò che l'ingegno ci ha dato per muoverci - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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VESPA

Il 2011 è un anno importante per la storia di un veicolo tradizionale della vita dell’Italia repubblicana. Infatti la Vespa, il mito, insieme alla Lambretta, dell’Italia che inizia a rinascere dopo il Secondo conflitto Mondiale, compie 65 anni di vita.

Si tratta di una lunga e proficua storia che ha visto in Italia la circolazione di ben più di 15 milioni di questo particolare scooter.

La Vespa nasce in Italia, dalla fabbrica della Piaggio, nella cittadina toscana di Pontedera nell’immediato dopoguerra. Il brevetto per questo veicolo porta la data 23 aprile 1946, poco meno di un anno dopo il termine del conflitto mondiale.

Il nome Vespa viene dato al veicolo per la forma e il rumore del motore, entrambi che portano lo scooter ad assomigliare all’insetto.

Il prezzo relativamente basso e la tecnologia “innovativa” per l’epoca rende questo veicolo uno tra i primi mezzi che accompagneranno gli italiani a conoscere il periodo del boom industriale.

Nell’Italia de primi anni ’50 il problema dei trasporti in Italia era uno tra i più impellenti da risolvere, con delle strade malridotte e pochi mezzi in circolazione. Veicoli come la Vespa, e la sua concorrente Lambretta, contribuiscono in maniera fondamentale ad una rapida crescita da questo punto di vista.

Iniziano ad esistere modelli con cilindrate diverse, a partire dal motociclo con 50 cc fino ad arrivare alla 200 cc.

Tra i cosiddetti “optional” aggiunti alla prima edizione del veicolo, ricordiamo la presenza della ruota di scorta, elemento fondamentale per un qualsiasi mezzo che si muoveva nelle disastrate strade italiane post conflitto mondiale.

La struttura della Vespa rimarrà, nei 65 anni di esistenza del veicolo, sempre molto simile, ovvero  la forma affusolata, con le gambe del guidatore libere e i piedi poggiati su una pedana.

Tra le maggiori modifiche tecniche apportate al veicolo ricordiamo quella che arriva nel 1968, con la Vespa 125 Primavera. Tra le altre innovazioni di questo mezzo ricordiamo la presenza di un cambio sul manubrio, all’altezza della manopola destra attivabile semplicemente con un movimento del polso. Questo elemento, che rende più semplice la guida, differenzia, nei primi tempi, la Vespa dalla concorrenza.

Negli anni ’70 iniziamo a notare una crisi del comparto industriale italiano e la Vespa, senza le opportune modifiche, vede lentamente bloccare la propria produzione. Ma la forza di un Mito è quella di saper risorgere dalle proprie cenere, grazie anche alla sua presenza rimasta intatta nelle menti delle persone.

I primi segnali di recupero di una società come la Piaggio, finita nell’orbita FIAT, la si ha negli anni ’90, quando alla guida della società viene posto Giovanni Alberto Agnelli.

Agli inizi del XXI secolo parte la nuova produzione delle Vespe, modelli nuovi, catalitici.

Ma quali sono stati i parametri che hanno permesso alla Vespa di entrare nel mito? Tra quelli che maggiormente hanno influenzato le persone c’è sicuramente il fatto che la Vespa è stato il primo veicolo che permetteva alle persone di “soggettivare” il mezzo, rendendolo più simile alla personalità di chi lo guida.

La grandezza della Vespa è certificata dal fatto che, il 29 marzo 2000 a Pontedera, città che ospita la sede storica della Piaggio, nasce il Museo della Vespa.