Correre nel verde Benessere e relax: cosmesi, rimedi naturali, naturismo, massaggio e discipline salutistiche - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Benessere e relax: cosmesi, rimedi naturali, naturismo, massaggio e discipline salutistiche

Le discipline del benessere

 

RIFLESSOLOGIA

 

IL MASSAGGIO ZONALE

La riflessologia, ossia l’uso del massaggio zonale, affonda le sue radici nella notte dei tempi: da sempre infatti, l’uomo ha cercato di alleviare i propri malanni più o meno gravi con metodi naturali come la semplice frizione delle parti doloranti o massaggi di vario genere, come pizzicamenti o pressioni su particolari punti del corpo.

Varie testimonianze attestano l’uso di tale metodo fin da 5.000 anni fa in Cina, in India e nella civiltà egizia, così come nelle regioni dell’America Centrale, Settentrionale e Meridionale (sembra infatti da incisioni e disegni che tali "pratiche" fossero invalse fin dai tempi delle antiche tribù Incas e Maya).

Il primo studioso a pubblicare un trattato sulla riflessologia fu il dottore in medicina William H. Fitzgerald nel 1917 con il libro dal titolo "Terapia zonale, come alleviare il dolore a casa propria": Fitzgerald, grazie alla formazione che lo vide accostarsi alle culture orientali della digitopressione durante i suoi studi a Vienna all’Istituto di Studi Orientali, ebbe la capacità di concretizzare un fiorire di nuove scoperte ed intuizioni. Si dovette comunque attendere il dottor Edwin F. Bowers per la divulgazione di tali teorie e la pubblicazione di studi e risultati, occasione in cui venne coniato il termine "terapia zonale".

La terapia zonale si fonda sul principio secondo il quale riconosciamo il nostro corpo come attraversato da una fittissima rete di terminazioni nervose e organi recettori (come i corpuscoli di Messner e quelli di Pacini) e quindi, sulla base del "principio di corrispondenza", possiamo mettere in relazione varie parti del corpo anatomicamente lontane fra loro: il concetto base della riflessologia sostiene infatti che con il massaggio delle parti periferiche del corpo si vada ad agire sulle parti interne in base al "riflesso" (da riflettere = deviare un’energia), che è una risposta involontaria ed innata ad uno stimolo sensoriale.

Per citare un esempio di conoscenza comune applicato in medicina sulla base dei riflessi, possiamo citare la famosa "manovra di Escherich", che consiste nel colpire lo spazio fra due scapole con la mano in caso di arresto di un grosso bolo nel canale esofageo.

La teoria dei riflessi zonali (suddivisi in profondi, superficiali e viscerali) nel pensiero del dott. Fitzgerald suddivide l’organismo in senso longitudinale in dieci zone, cinque sul lato destro e cinque sul lato sinistro, all’interno delle quali scorrono altrettante correnti energetiche che hanno nelle mani e nei piedi (estremità del corpo e quindi punti più ricchi di terminazioni nervose) i punti principali di azione e controllo.

Il massaggio riflessogeno valuta in primo piano la complessità dell’organismo umano, considerando impossibile intenderlo a compartimenti stagni, bensì come un insieme di organi, emozioni e sensazioni comprensibili solo con una gran dose di empatia e sensibilità: le terapie riflessogene del massaggio zonale, pur non essendo invasive, trovano a tutt’oggi una grossa resistenza negli ambienti della medicina ufficiale per la loro origine diversa da quella accademica e scolastica, sebbene possa essere auspicabile un’integrazione di metodi naturali con la medicina clinica tradizionale, viste e accertate le loro capacità terapeutiche.

 

 

 

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