Correre nel verde LIQUORI - Rubrica di: Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - direttore responsabile Giorgio Gandini

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Armagnac

La terra di Guascogna, un luogo della Francia nota agli amanti della letteratura grazie al libro “I tre Moschettieri” di Dumas, è anche la patria di uno tra i più antichi e famosi distillati d’Oltralpe.

Infatti in questi luoghi ha origine l’Armagnac.

Come molte bevande che poi sono divenute famose, l’Armagnac veniva conosciuto, soprattutto nel Medioevo, per le sue capacità terapeutiche.

Un’altra ragione per la grande espansione fin dal medioevo di questa acquavite la possiamo riscontrare nella difficoltà nei commerci che la caduta dell’Impero Romano aveva causato.

I viticoltori guasconi trovarono molto più semplice commerciare verso l’esterno una bevanda che  non si rovinasse molto facilmente in lunghi viaggi e che anzi, con l’invecchiamento, migliorasse senza il rischio di divenire aceto.

Intorno al XV secolo iniziamo a trovare molti documenti, provenienti dalla Guascogna, che parlano della distillazione e del consumo in queste zone.

Sono tre le zone in cui l’Armagnac viene prodotto, la Bas e l’Haut Armagnac e la Ténarèz.

In ognuno di questi luoghi viene prodotto una variante tipica di acquavite.

Ad esempio nella Bas Armagnac si produce una bevanda maggiormente resistente, l’unica capace di resistere a 15 anni di invecchiamento e da un forte profumo fruttato.

Al contrario, le acquaviti prodotte nell’Haut Armagnac sono quelle meno pregiate delle altre.

Nella Ténarèz troviamo l’Armagnac più forte dal punto di vista alcolico e riconoscibile anche dal tipico profumo di violetta.

L’importanza di questa bevanda all’interno dell’economia della Guascogna è tale che, nel 1936, è stata predisposta dallo Stato francese una normativa che dava le indicazioni affinché fosse prodotto in maniera corretta l’Armagnac.

Tra le varie prescrizioni troviamo anche quelle che segnalano da quali uve si debba ricavare l’acquavite: la Baco 22 A, la Blanquette, la Clairette, la Colombard, la Folle Blanche, la Jaune, la Jurançon, la Mauzac, la Mesliers, la Picpoul, L’Ugni Blanc. Questa ultima varietà è anche quella che produce un Armagnac più pregiato e corrisponde all’uva italiana Trebbiano toscano.

L’alambicco tradizionale che viene utilizzato per produrre l’acquavite è quello in rame a distillazione continua. Con questo procedimento si crea una bevanda può superare il 60% di grado alcolico.

Durante l’anno obbligatorio (ossia 12 mesi è il periodo minimo in cui deve essere lasciato ad invecchiare l’Armagnac) di invecchiamento la bevanda viene fatta calare da un punto di vista alcolico, arrivando ad essere venduta a 40% di gradazione.

Questo processo avviene in grandi botti di rovere, dove, per abbassare il livello alcolico della bevanda si aggiunge, ogni 60 -70 giorni, un po’ di acquavite mista ad  acqua, in maniera da raggiungere i 40% previsti per la vendita.

Ritornando alla normativa che garantisce l’autenticità della bevanda, dobbiamo parlare anche delle etichette delle bottiglie.

Innanzitutto deve essere segnato l’indirizzo della ditta produttrice, inoltre sono indicati 3 nomi che rappresentano il diverso invecchiamento della bevanda:

·        Trois Etoiles (Tre Stelle) - indica almeno 3 anni d'invecchiamento

·        V.S.O.P. (Very Superior Old Pale) Réserve (Riserva) - si tratta di Armagnac le cui acquaviti più giovani hanno oltre 4 anni d'invecchiamento

·        Extra, Hors d'Age, Napoleon, X.O. (Extra Old), Vieille Réserve (Vecchia Riserva) - si tratta di Armagnac le cui acquaviti più giovani hanno oltre 5 anni d'invecchiamento

Attualmente questa bevanda viene esportata praticamente in tutto il mondo, per ovviare a questa grande richiesta si calcola che mediamente vengono prodotti 50.000.000 litri di Armagnac.

Questa bevanda andrebbe preferibilmente bevuta liscia, ovvero senza ghiaccio, inoltre, prima di iniziare a bere l’Armagnac, sarebbe indicato riscaldare il bicchiere con le mani.

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