Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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ALCUNE CURIOSITÀ

Quando si avvicina a grandi passi la Pasqua potremmo esserne avvisati anche in totale mancanza di calendari. Spuntano infatti centinaia di uova colorate e di colombe dalle vetrine di tutti i negozi e nei centri commerciali, mentre i media ci bombardano di messaggi pubblicitari che esortano all’acquisto delle più innovative varietà di dolci pasquali, sempre più sofisticati e lontani dalle originarie prelibatezze di una volta.

Una curiosità fa riferimento alla variabile data di celebrazione della Pasqua: l’origine pagana della festa la lega fin dal principio alla prima domenica successiva al plenilunio che segue l’equinozio di primavera, ossia nel giorno in cui avviene il passaggio dalla stagione del riposo dei campi a quella della nuova semina e quindi del rifiorire della natura; la sua origine cristiana, invece, secondo il Nuovo Testamento, risale alla crocifissione di Gesù.

In passato non mancarono ambivalenze e confusioni fra le date non coincidenti dei riti pasquali celebrati dai cristiani di origini ebraica e da quelli di origine pagana, cui fu messo fine nel 325 a.C. grazie al Concilio di Nicea, che ne fissò la ricorrenza alla prima domenica dopo la luna piena che seguiva l’equinozio di primavera, che cade di certo nel periodo tra il 22 marzo e il 25 aprile, come definitivamente stabilito nel 525 d.C.

Comunque, in questo moderno caleidoscopio di gaio festeggiare, fa piacere ricordare che la Pasqua nasce come festa religiosa, cardine della fede cristiana, ma che da sempre presenta un risvolto di festa popolare, in cui il consumo di dolci e lo scambio di simbolici regali fanno da contorno all’evento in sé.

Come dimenticare infatti la colomba, che è il dolce pasquale per eccellenza!

I suoi primi ingredienti furono molto semplici: solo uova, farina e lievito.

In seguito ne furono aggiunti altri, in modo da arricchirne la sostanza, come burro, zucchero e canditi. Da pochi decenni questo dolce ha poi raggiunto il suo maggiore prestigio internazionale per una copertura di pasta di mandorle e frutta secca.

Per rimanere in tema di tradizioni e curiosità sulla nascita della colomba pasquale, ci piace ricordare la leggenda legata ad un episodio della vita di Alboino, re longobardo del VI secolo d.C.

In questa si narra che Alboino, avendo il progetto di conquistare la città di Pavia, ma non riuscendo a sconfiggerne la resistenza, avesse ordinato che gli venissero condotte tutte le fanciulle vergini della città per abusarne, in segno di vendetta. Gli abitanti della città ed i rappresentanti della Chiesa Cristiana, ancor più ostinati ed adirati, architettarono uno stratagemma per salvare le ragazze, sfruttando il noto amore di Alboino per le colombe. Al momento convenuto, ogni ragazza pavese si presentò al cospetto del re longobardo affermando di chiamarsi colomba e regalandogli un dolce fatto proprio con questa forma, come messaggio di desiderata pace.

Infatti nella simbologia del Cristianesimo e nella Bibbia, la colomba pasquale rappresenta la pace e la salvezza per gli uomini.

In questi giorni comunque sulle tavole imbandite si affiancano ai dolci storici le singole specialità regionali: solo per citarne alcune ormai diffusissime, la pastiera napoletana e la celebre pizza al formaggio umbra.

Altro elemento simbolico ed ormai immancabile per festeggiare la Pasqua è l’uovo di cioccolata.

Anche in questo caso, la tradizione di regalare uova affonda le sue radici in tempi antichissimi, ed è legata al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, originariamente celebrata con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura: l'uovo come messaggio, quindi, di augurio per la vita che si rinnova.

Oggi golose uova di cioccolata contenenti le più svariate sorprese per la gioia dei più piccoli, sì, ma anche uova dai gusci colorati nei modi più svariati e fantasiosi che campeggiano sulle nostre tavole: l’usanza di decorarle sembra del resto risalire ad una cerimonia pasquale antecedente alla nascita della festività cristiana e legata al culto pagano, occasione in cui i Germani rendevano omaggio alla dea Eostrea, festeggiando l’arrivo della stagione primaverile, che segnava il risveglio della natura, in modo da propiziarsi un buon raccolto.

La stessa usanza trova inoltre riscontro e testimonianza già presso greci, cinesi e persiani, mentre gli antichi romani seppellivano di questi tempi un uovo dipinto di rosso nei loro campi come augurio di fertilità della terra.

Le uova da colorare possono essere sode oppure vuote, riportanti sui gusci modelli geometrici, floreali, perline, tessuti.

Oltre all’esistenza di pennarelli e tempere, non vanno dimenticati i coloranti naturali, utilizzati in origine per ottenere gli effetti desiderati, oggi sempre meno diffusi, ma di certo più vicini alla tradizione (bucce di cipolla, cumino e zafferano per il colore giallo, tè nero, caffè e bucce di cipolla gialla o rossa per il marrone, succo di rape rosse per il rosso, cavolo rosso per il blu, spinaci, ortiche ed edera per il verde).

Ce n’è per tutti i gusti, quindi!

Ad ognuno la Pasqua che ama di più… e tanti auguri!

Alessandra Giordani