Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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CUCINA E DINTORNI

TRASFORMAZIONE DEI CIBI

Sempre più spesso mi chiedo se l’acquisto e l’utilizzo di nuovi prodotti, studiati a tavolino da veri tecnici dell’alimentazione, che sperimentano vivande capaci di stimolare i sensi, la curiosità, e di velocizzare i tempi di cottura e consumo, siano poi soddisfacenti per qualità e gusto.

In natura determinate caratteristiche dei cibi hanno dei tempi specifici di cottura e maturazione per raggiungere il gradimento ottimale adatto al consumo. La produzione industriale, orientata all’incremento dei prodotti con ritmi veloci, finanzia la sperimentazione alimentare con sovvenzioni di tutto rispetto, per far fronte alla richiesta mantenendo i costi contenuti, e ricercare nuovi articoli da immettere sul mercato per essere competitivi. Consumando questi prodotti ci rimettiamo in gusto e qualità? Quanto può essere soddisfacente per il nostro fisico il loro consumo? Solo noi, essendo consumatori del prodotto possiamo dare la risposta sulla sua validità o tossicità. Per quanto riguarda il gusto poi, chi ignora quello naturale non sa, chi lo conosce avvolte dimentica, e chi vorrebbe sapere o ritrovare non sempre sa distinguere, oppure non lo apprezza più.

Fra le ultime ricerche e ritrovati voglio segnalare intanto: la pasta che cuoce in metà tempo, lo studio per rendere meno sgradevole ai bambini ilo consumo di broccoli e carote, o come aromatizzare la carne iniziando dall’animale vivo, rendere croccanti i fritti, e che dire di colori e odori studiati a tavolino? Incominciamo a conoscere alcuni di questi futuri od attuali prodotti: i principi attivi, che si trovano spesso sull’etichetta di alcuni prodotti, e che aiutano a lievitare o fermentare, sono enzimi prodotti in natura dal lievito. Trasformati ora dall’ingegneria genetica sono prodotti chimicamente in diverse categorie, da quelli che rendono più croccante il pane, o fanno fermentare il vino. Se in natura il processo di fermentazione continua anche durante la conservazione, producendo gas e alterando il sapore nel tempo, quello prodotto in laboratorio è bloccato dal freddo ed aspetta di essere usato per fare il suo dovere.

Una nota industria è riuscita, con uno di questi ritrovati, a produrre del pane che rimane fresco per quasi quattro settimane. Anche nel sapore e nell’odore i laboratori hanno riprodotto gli aromi che siano agri o dolci, che sappiano di pesce o di frutta non importa, sintetizzati ed aggiunti in gocce o granuli ad alimenti, per insaporirli o profumarli, difficilmente se non siamo dei veri esperti sappiamo riconoscerne la natura chimica. Il palato riconosce solo quattro varianti di sapore, è l’odore che aiuta ad individuare la provenienza, e chi è un vero professionista dell’olfatto difficilmente si farà prendere per il naso.

E allora? Cerchiamo di studiare le etichette dei prodotti che acquistiamo per sapere in che quantità ci propinano i prodotti chimici, e se ne abbiamo la possibilità assaporiamo ed odoriamo i prodotti genuini per capirne la differenza, diventando a nostra volta intenditori, oppure decidendo che tutto sommato va bene lo stesso quello che consumiamo, perché ci piace di più o non vogliamo poi alla fine farci troppi problemi.

Anche per la verdura, così difficile da far mangiare ai bambini come carote e broccoli, non c’è problema.

In Inghilterra una ditta vende un prodotto da consumo immediato a cui sono stati aggiunti minuscoli chicchi di cioccolato, rendendolo più gradevole.

La produzione di carne non è da meno sperimentata (come ultimamente sappiamo purtroppo a nostro discapito). Si sta cercando, per mezzo di alimentazione particolare data agli animali o per mezzo di conservanti, di fornirla di un aroma migliore, ma, mi domando, come riconoscere nel piatto la provenienza (olandese, maremmana, argentina) dell’animale che la fornisce? Che fine faranno le razze se ne uniformiamo il sapore.

Infine i cibi probiotici sono veramente interessanti perché orientati a fornire, quando s’ingeriscono, una prevenzione o cura a determinate patologie come ad esempio: lo yogurt aumenta i batteri buoni dell’intestino e la margherita fa diminuire nel sangue il colesterolo.