Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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FILIERA

Il termine filiera è oggi molto utilizzato nel nostro linguaggio, ma qual è il vero significato di questo termine?

La comparsa di questo termine si collega con la filiera tessile, una tecnologia nata per dipanare il filato e poterlo lavorare.

Con il passare dei secoli la parola filiera è entrata in altri ambiti, assumendo dunque significati differenti.

Viene utilizzato in meccanica, dove sta ad indicare il macchinario utilizzato per creare la filettatura alle viti e ai bulloni.

Ma è nell’ambito alimentare che il termine filiera trova maggiore utilizzo.

Infatti questo termine viene utilizzato per intendere un percorso, anche complesso, che deve fare un alimento dalla sua creazione al suo consumo; ad esempio una azienda (o un insieme di aziende) dove si lavora per allevare animali, formare dei prodotti alimentari con essi (carne, formaggio, latte) e poi metterlo nella distribuzione che provvederà alla vendita o allo stoccaggio.

Esistono filiere alimentari più semplici come alcune di quelle ortofrutticole, dove manca il passaggio della trasformazione dall’animale al prodotto commestibile, altre, impegnate comunque sui prodotti della terra, hanno passaggio delicati, ci riferiamo precisamente a quelle del vino e dell’olio.

Una filiera non è per forza composta da una sola società, ma può essere anche una collaborazione tra realtà produttive differenti.

Nelle filiere dove si allevano animali è necessaria la presenza di molti professionisti veterinari per garantire la salute e una corretta alimentazione degli animali.

Infatti, secondo la legislazione vigente, esistono delle regole che permettono al consumatore finale di risalire all’esatta provenienza di un prodotto naturale, procedendo a ritroso lungo tutte le tappe della catena di filiera. Questa norma viene solitamente definita come la “rintracciabilità” di un prodotto.

Altro parametro importante all’interno di una filiera è l'HACCP (Hazard Analysis Critical Control Point). Si tratta di una analisi dei rischi igienici e sanitari che una azienda corre e le strategie messe a punto per evitare problemi. è un ambito importante, grazie al quale cresce anche la ricerca nella sicurezza alimentare.

Il rispetto di queste norme sono racchiuse nella legge internazionale UNI EN ISO 22005.

Grazie a questa regola a partire dall’1 gennaio 2005 è obbligatorio per ogni prodotto in vendita riportare le indicazioni per permettere al compratore di eseguire il percorso della rintracciabilità. Molte filiere, dal canto loro, per fornire una informazione più completa cercano di dare anche dei dati nutrizionali dei prodotti oltre, se si parla di derivati di animali notizie come l’alimentazione dell’esemplare.

Per meglio comprendere l’importanza della tracciabilità di un prodotto prendiamo ad esempio la carne di vitello: innanzitutto l’esemplare di allevamento viene marchiato con un gancio auricolare, mentre l’esemplare cresce al codice del marchio viene fatto anche corrispondere il DNA dell’animale. Al momento della preparazione delle parti da mandare in vendita viene fatto un prelievo dei vari tessuti. In questa maniera sarà semplice ricollegare al pezzo di carne sul bancone del supermercato il vitello da cui proviene.