Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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CUCINA E DINTORNI

LA PIZZA DOLCE DI PASQUA

La tradizione? E’ quella che permette di conservare, per fortuna, quei sapori che ora puoi gustare e che senza la tradizione ti potrebbero solo raccontare. Ascolta! Fin dagli inizi del 1900, in qualsiasi regione italiana, in qualsiasi paesello di montagna, c’è la tradizione della pizza dolce di Pasqua. Ti posso fare l’esempio di un’ottima ricetta da sempre cucinata nell’Italia centrale. Devi sapere intanto che un secolo fa le campane dopo aver taciuto tre giorni, ritornavano a rintoccare la mattina della domenica di Pasqua; ora invece chissà perché suonano alla mezzanotte fra il sabato e la domenica. Mah... altri tempi. Ma torniamo alla ricetta: iniziamo il venerdì mattina. Poiché ci vogliono due giorni per fare la pizza dolce di Pasqua, tutto iniziava appunto il venerdì santo. La mattina quindi, si faceva un primo piccolo impasto con 100/150 grammi di farina, un poco di latte nel quale si scioglieva il lievito di birra. Tale impasto si faceva lievitare tutto il giorno, coperto da un tovagliolo.

Alla sera si riprendeva l'impasto ben lievitato e ci si aggiungeva un bel po' di altri ingredienti. Intanto dell'altra farina, diciamo altri 400 grammi, poi 5 uova, 150 grammi di zucchero, 40 grammi di burro ammorbidito, cannella, semi di anice, uvetta passa e canditi. Si impastava il tutto per bene e si lasciava una notte intera a lievitare di nuovo. Al mattino si prendeva l'impasto lievitato, si rimpastava di nuovo e si metteva in una teglia imburrata ed infarinata e si lasciava lì per la terza lievitazione: è chiaro che se non si disponeva di una teglia bella grande, allora si usavano due più piccole, perché devi mettere in conto che la pasta che si metteva nella teglia per la terza lievitazione non doveva superare un terzo dell'altezza della teglia, dal momento che nella terza lievitazione raddoppiava di volume. La sera finalmente si cuoceva. Allora si preparavano sul tavolo la teglia o le teglie con le pizze dolci già lievitate e pronte da cuocere, si coprivano con tovaglioli, e si portavano dal fornaio nella piazza principale del paese, eh già mica avevamo il forno in casa...

Domenica mattina. Pasqua. Si faceva colazione, la classica colazione di Pasqua. Con quella buona e fragrante pizza dolce. Certo, ora mangio la cioccolata delle uova di Pasqua, ed inzuppo la buonissima colomba pasquale nella cioccolata calda; una volta inzuppavo la pizza dolce nel latte e caffè e le uova di cioccolata non sapevo neanche che esistessero. Ma per il resto, per fortuna, la colazione era com’è adesso: frittata, caciotta fresca, salame, uova sode….

Claudio Palma