Correre nel verde Sport e tempo libero - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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QUANDO LO SPORT FA CADERE LE BARRIERE: L’ESEMPIO DE "L’ISOLA FELICE"

Quello tra sport e salute è un rapporto particolarmente articolato ed ampio: un’attività fisica adeguata aiuta a mantenere o recuperare il benessere psicofisico, spesso minato da abitudini sbagliate, da una carenza di "educazione fisica" intesa come educazione alla cura del proprio corpo sotto vari aspetti: igienico, alimentare, sportivo.

Infatti la prima cosa che si riscontra laddove c’è sedentarietà, stress e alimentazione sbagliata, è l’insorgere di patologie che spaziano dalle affezioni cardiovascolari e respiratorie, al diabete alimentare e così via a catena, raccolte con il nome di "malattia ipocinetica"; da non dimenticare anche gli stati di ansia, depressione ed altre sofferenze psicologiche che si possono manifestare quando non si riescono a scaricare le tensioni accumulate giornalmente e quindi viene meno l’equilibrio delle cariche emotive.

Dedicarsi allo sport, o meglio ad un’attività fisica controllata (da intendersi come attività che prenda in considerazione la persona nella sua globalità e specificità, adattandosi in base a fattori quali l’età, le caratteristiche psicofisiche, etc), quindi fattibile per tutti, riesce a prevenire i problemi sopra accennati e nel caso di patologie già esistenti (es. il diabete giovanile) cerca di alleggerirne le tare ed accelerare i tempi di recupero funzionale.

Attraverso il movimento diamo la possibilità al soggetto di potersi esprimere e di vivere la propria corporeità in modo sano, di trovare vie di comunicazione non verbale con le quali sfogare stati d’ansia, depressione ed altre sofferenze psicologiche. Questo tema assume poi ancor più rilevanza se consideriamo persone disabili, dal momento che purtroppo si tratta di soggetti quasi mai integrati completamente nella società e impossibilitati a ricoprire il proprio ruolo in maniera attiva e serena.

Ci sono dunque molteplici associazioni, a livello nazionale (FISD, SOI) e locali (un esempio è l’A.S.S.C. "L’isola felice" di via Barisano da Trani a Roma), che operano nel settore sportivo per integrare le attività di individui normodotati con disabili psicofisici e sensoriali, esulando dall’umiliante quanto comune logica che risolve gli umani bisogni di relazione in modo assistenziale.

Durante una visita in quest’ultima struttura abbiamo parlato con un operatore del settore e sono emersi i punti cardinali della rilevanza di tali iniziative e associazioni: nel soggetto disabile massima è l’importanza di sviluppare, in modo omogeneo al processo di crescita, le tappe evolutive comuni rispetto ai soggetti normodotati e quindi l’attività sportiva si configura come il mezzo principale per migliorare l’orientamento spazio-temporale e la coscienza del proprio essere in senso motorio, oltre a dare un grosso stimolo in senso socioeducativo.

Spesso infatti, parlando delle difficoltà che affrontano i disabili ci si riferisce a "barriere" in senso lato, intendendo le molteplici complicazioni che incontra qualsiasi persona affetta da qualche forma di handicap in vista di una vita serena e comune: è invece importante scandagliare a fondo la realtà che ci riguarda e che ci circonda in modo da stabilire e differenziare i diversi ambiti di azione.

Quando si parla di tali "barriere", si pensa subito a barriere fisiche o architettoniche, che innegabilmente creano dei problemi a volte insormontabili per i portatori di handicap, sottoposti a gravi forme di disagio se non di vera e propria emarginazione sociale e che spesso vengono indicati agli organi competenti a all’opinione pubblica come "obrobri edili" da eliminare al più presto, ma spesso non si pensa ad un’altra barriera, senza l’abbattimento della quale non è facile distruggere quelle fisiche: la barriera psicologica e sociale.

E’ questo l’ostacolo che più di altri crea pregiudizi e divari fra i normodotati e i disabili, motivo di problematica emancipazione ed inserimento nella società: la soluzione più logica è quella di creare momenti di aggregazione ed integrazione per rivalutare sotto una nuova luce limiti e capacità della persona, inteso nel senso più ampio della parola.

A questo scopo sono impegnate in ambito sportivo le molteplici associazioni culturali e gli enti che operano nel settore, nell’impegno di realizzare progetti congiunti che prevedano la perfetta commistione di attività ricreative e competitive, al fine di un’educazione e di un coinvolgimento personale e di un miglioramento globale dei singoli partecipanti: non dobbiamo quindi sottovalutare la fondamentale azione che ha l’attività motoria dilettantistica e non.

Le finalità di tali associazioni sono, come già accennato, sia ricreative, sia di vera preparazione atletica: in pratica molti dei vari progetti permettono l’inserimento in un team, la possibilità di socializzare e di sperimentare lo spirito di squadra e la sana competizione, portando ad un contesto fortemente stimolante per ogni soggetto, all’interno del quale si coltivano con ottimi risultati abilità in vista di risultati agonistici.

Un’esperienza costruttiva che impedisce di trasformare il tempo libero in tempo perso: organizzare la giornata di molti di questi ragazzi significa cercare di impiegare al meglio il loro spazio-tempo e valorizzarli nei più vari aspetti con attività di diversa entità che vadano dai giochi sportivi, ai giochi da tavolo, all’artigianato, ai corsi per l’uso del computer, ad attività artistico-musicali.

Si tratta di progetti aperti ed impegnativi che coinvolgono a pieno utenti e operatori: un’idea per il volontariato e una realtà da non dimenticare mai.

Alessandra Giordani