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TONNO E DINTORNI: quando la realtà incontra la tradizione

 

NEW EUROFISH

Alessandra Giordani intervista Giuseppe Stabile

Responsabile tecnico dell’impianto di Castellammare del Golfo

 

New Eurofish è una realtà esistente dal 2000: possiamo sapere più nel dettaglio quali sono stati i risultati che avete raggiunto e quali sono i vostri prossimi obiettivi?

La New Eurofish è un’azienda che nasce nel 2000 con sede in Marsala (Sicilia) ed incorpora altre due aziende, la Ricardo Fuentes, con sede in Cartagena Spagna e la Mitsui con sede in Giappone, che insieme costituiscono la "Tuna Graso" azienda leader nella pesca e nel commercio mondiale del tonno rosso del mediterraneo (Thunnus Thynnus).

Direttore generale della New Eurofish è il sig. Andrea Piccione, Amministratore unico il rag. Guido Maggio, responsabile tecnico dell’impianto di Castellammare geom. Giuseppe Stabile.

Obiettivo principale dell’azienda è la produzione e la commercializzazione del tonno rosso, in un impianto di stabulazione sito nel golfo di Castellammare (Sicilia), impianto realizzato nell’anno 2001.

In tale attività l’azienda si avvale della decennale esperienza dei partners Spagnoli e Giapponesi. L’impianto è composto da n. 6 gabbie galleggianti del diametro di mt. 50,00 ciascuna, per una profondità delle reti di circa trenta metri.

Nel primo anno di attività, l’impianto ha stabulato circa 600T di pescato, ottenendo sufficienti risultati economici ed ottimi risultati in termine di qualità del prodotto; ciò grazie alle favorevoli condizioni del sito prescelto, alla qualità delle acque marine (salinità, trasparenza, presenza di elevato idrodinamismo, ecc.) che fanno del Golfo di C/Mare un sito da sempre particolarmente frequentato dai grandi banchi di tonni nel periodo della riproduzione.

Nel secondo anno di attività, l’azienda si è consolidata, ha ampliato l’impianto dalle iniziali quattro gabbie alle sei attuali, il che conferisce all’impianto una dimensione produttiva che consente di affrontare le enormi spese gestionali e di sperare in un ragionevole utile di impresa.

Si deve però considerare che il mercato di riferimento del tonno stabulato nell’impianto è quasi esclusivamente rappresentato dal mercato Giapponese e pertanto l’intera attività e fortemente influenzata dall’andamento dell’economia di quel paese e più in generale, del mercato Asiatico.

L’attuale situazione del mercato Nipponico desta non poche preoccupazioni e proietta ombre sull’immediato futuro dell’attività, in quanto in questo anno si è registrato un vero crollo nel prezzo di vendita del prodotto, che espone l’azienda a gravi perdite di gestione.

L’obiettivo principale da raggiungere nell’immediato futuro, per garantire la sopravvivenza di questa attività e quindi di tutte le positive ricadute occupazionali ed economiche sul territorio, è sicuramente quello della conquista di altri spazi di mercato, al fine di sottrarsi quanto più possibile all’attuale sfavorevole condizione di mercato unico di riferimento, condizione che determina eccessiva incertezza e variabilità nel prezzo di vendita del prodotto, in quanto strettamente collegato all’economia di un solo Paese.

 

New Eurofish riunisce i 3 maggiori Paesi produttori di tonno a livello mondiale: quali sono le caratteristiche principali della la vostra società e quelle delle due affiliate spagnola e giapponese?

L’esperienza Italiana nel campo della stabulazione del tonno rosso è assolutamente recente, infatti il primo impianto a sorgere in Italia è stato proprio quello di C/Mare del Golfo nell’anno 2001.

E’ ovvio quindi che manca alle nostre maestranze la capacità tecnico-operativa per affrontare la delicatissima e complessa attività di allevamento di una specie ittica come il tonno.

Tale esperienza, invece, è ormai patrimonio consolidato di poche aziende, Spagnole e Giapponesi, che si dedicano, ormai da decenni, a questo tipo di attività in tutto il Mediterraneo ed anche oltre oceano.

Per tale motivazione tecnica, allo stato attuale, la conduzione dell’impianto di C/Mare avviene sotto la stretta sorveglianza dei colleghi Spagnoli, che di fatto stanno trasferendo le proprie conoscenze e le tecniche di allevamento ai nostri addetti, ai nostri marinai e ai nostri subacquei.

 

Avete avuto dei contatti con le Associazioni dei Consumatori o con altri organi del contesto locale per la realizzazione delle vostre attività?

Come anzi detto, tutto il pescato proveniente dall’impianto di stabulazione è destinato al mercato straniero (Giapponese). Il mercato locale non richiede tale prodotto in quanto da noi manca la specifica tradizione gastronomica del consumo di pesce crudo, cosa che invece è largamente diffusa tra i popoli orientali .

Pertanto la domanda interna è estremamente limitata alla presenza di tale prodotto in pochissimi ristoranti di un certo livello che presentano una cucina internazionale.

 

Quale è l’impatto ambientale delle vostre tecniche di allevamento?

L’ impianto di C/Mare è stato calato in mare nel Maggio del 2001 ed ancora prima della sua installazione, l’Istituto di Biologia Marina del Consorzio Universitario di Trapani, su sollecitazione della Presidenza della Prov. Regionale di Trapani, ha iniziato una campagna di monitoraggio delle acque circostanti il sito di impianto, allo scopo di tenere costantemente sotto controllo la rilevante problematica dell’impatto ambientale. Ancor prima dell’attivazione dell’impianto, furono prelevati, dall’Istituto Universitario, campioni del fondale marino ed eseguite misurazioni e rilievi dei più importanti indicatori biologici, allo scopo di tracciare una situazione ambientale antecedente all’inizio della attività di allevamento, che servisse poi da confronto per la successiva attività di monitoraggio, così da avere un elemento di riferimento e di comparazione che rilevasse le eventuali modificazioni dei parametri biologici.

Le campagne di studio successive hanno accertato che "l’impianto determina un effetto misurabile sull’ambiente che si esplica essenzialmente con accumulo di materia organica sui fondali sottostanti le gabbie, impatto che si risolve entro i 250 mt. dall’impianto".

Inoltre" i risultati delle analisi chimico fisiche escludono qualsiasi effetto misurabile sulla colonna acqua" ed ancora " nella valutazione di impatto sull’ambiente, va considerato che il ciclo di allevamento prevede una interruzione di sei mesi: infatti da Dicembre a Giugno, l’impianto rimane vuoto ed in questo periodo i processi di degradazione bio-chimica e fisica che portano alla mineralizzazione della materia organica, potrebbero ripristinare la situazione preesistente ".

(N.d.r.: le citazioni tra virgolette sono riportate nella relazione conclusiva del "Monitoraggio dell’Impatto Ambientale dell’Impianto di Allevamento di Tonno Rosso del Golfo di Castellammare" redatto dal seguente gruppo di ricerca: Dott. Andrea Santulli, Dott. Francesco Bertolino, Dott. Sergio Lombardo, Dott.ssa Eliana Asaro, Dott. Alfonso Modica, Dott. Salvatore Porrello, Dott.ssa Concetta Messina, Dott.ssa Laura La Barbera, sig.ra Giuseppa Ristretta, sig.ra Rosaria Arena del Consorzio di Ripopolamento Ittico di C/Mare del Golfo. I risultati di tale studio relativo alla prima campagna di allevamento (anno 2001) sono stati consegnati alla Amm.ne Comunale di C/Mare ed alla Capitaneria di Porto di Trapani, nonché resi pubblici in sede di convegni scientifici tenutisi lo scorso anno in Norvegia, a Trieste nonché presso la Società Internazionale di Biologia Marina, in Sardegna).

L’amministrazione Comunale di C/Mare, rispondendo alle sollecitazioni provenienti dal Consiglio Comunale, ha incaricato un proprio consulente scientifico, nella persona del Prof. Michele Scardi dell’Università Tor Vergata di Roma, per la valutazione dei dati e dei risultati dello studio eseguito dall’Istituto di Biologia Marina di Trapani, i cui risultati sono stati resi noti nel corso dell’interessante convegno scientifico del 25 Ottobre, al quale interverrà anche il suddetto prof. Scardi).

Intanto l’impianto continua ad essere oggetto di studio e monitoraggio da parte dell’Istituto di Biologia Marina di Trapani. Al fine di una complessiva valutazione dell’impatto ambientale va sottolineato che l’alimentazione dei tonni non avviene con mangimi artificiali, ma somministrando solo e solamente ciò che in natura tali animali mangiano, cioè pesce azzurro (sarde, sgombri, aringhe) .

 

New Eurofish è una realtà che crea posti di lavoro sia in senso diretto (dipendenti interni all’azienda stessa) sia in senso indotto (trasportatori, subacquei, etc.): come si organizza a grandi linee la vostra attività?

L’organizzazione di un’attività come quella della stabulazione del tonno è estremamente complessa, anche perché è un’attività che si svolge in ambiente marino e pertanto viene fortemente influenzata e condizionata dalle alterne condizioni meteo.

L’attività inizia, nel mese di Maggio-Giugno, con la pesca del tonno nelle zone del Mediterraneo frequentate dai banchi di pesce, dove confluiscono i pescherecci, i rimorchiatori con le gabbie vuote al traino, i sommozzatori, gli aerei da avvistamento, ecc.

Ultimata la fase di pesca, dopo aver trasferito il pescato nelle gabbie, i rimorchiatori cominciano il lento trasferimento delle stesse, verso i siti di stabulazione, nel nostro caso C/Mare del Golfo.

I rimorchiatori, a lentissimo passo per non stressare gli animali, impiegano anche 20-25 giorni per portare a destinazione il loro prezioso carico.

Una volta giunti sul sito, le gabbie piene vengono sistemate ed ancorate alle strutture di ormeggio, prima di iniziare la fase di alimentazione.

Tale fase dura circa quattro-cinque mesi (Luglio-Novembre): durante questo periodo e fino alla fine delle attività di mattanza, vi è il massimo impiego di risorse umane, poiché tra subacquei, marinai addetti alla alimentazione, operai addetti allo scongelamento del pesce di alimentazione, trasporti, movimentazione del pesce in banchina, personale tecnico ed amministrativo, addetti alla guardianeria ecc., l’impianto impegna circa 50 unità lavorative.

Ultimata la fase di alimentazione, si inizia la fase della mattanza, ma non per questo viene interrotta l’alimentazione, che decresce di intensità con il diminuire della quantità di pesce ancora nelle gabbie.

Con la fase di mattanza si incrementa ancor di più la presenza di uomini e mezzi sull’impianto: durante tale fase arrivano infatti le navi Giapponesi che congelano a bordo il pesce, una nave Spagnola con relativo equipaggio che supporta le operazioni di pesca, nonché altri sommozzatori Spagnoli, in aiuto ai nostri sub.

Esaurita la fase di mattanza, si inizia lo smontaggio delle reti dell’impianto, per le necessarie operazioni di manutenzione delle reti e delle attrezzature ed il loro rimessaggio nei magazzini.

La frenetica fase lavorativa si ferma, finalmente, per un paio di mesi, per riprendere nel mese di Aprile successivo, con il rimontaggio delle reti, delle attrezzature e la preparazione dell’impianto per una nuova campagna di allevamento.

Tutta l’attività descritta, oltre ad impegnare direttamente le unità lavorative sopra citate, determina anche una ricaduta economica sul territorio, derivante sia dalla presenza di personale straniero ( Spagnoli e Giapponesi) che per mesi qui vive e qui lavora, sia derivante dalle attività indotte per le manutenzioni, le riparazioni, la realizzazione o l’acquisto di attrezzature necessarie all’impianto ecc.

 

Noi non abbiamo particolari competenze sulle specie di tonno esistenti nel complesso e nello specifico su quelle dell’Atlantico e del Pacifico: perché la scelta di allevare proprio la qualità di Thunnus Thynnus Thynnus? È forse dettata da legami con i fattori tradizionali, ambientali propri della zona di allevamento? E perché proprio la scelta di Castellammare del Golfo?

Il Thunnus Thinnus Thinnus (Tonno Rosso del Mediterraneo) è tra le varietà di tonno sicuramente la più pregiata ed è quella varietà che certamente non finisce dentro le scatolette, dove entra di tutto ma non certamente il tonno rosso.

Per millenni, la storia dell’uomo mediterraneo si è intrecciata con il tonno. La pesca del tonno, il sacrificio estremo dei grandi banchi, che provenienti dall’oceano entravano ed ancor oggi entrano nelle calde e tranquille acque del Mediterraneo per la riproduzione , assicurava la sopravvivenza di intere popolazioni e costituiva fonte di profitto per generazioni di imprenditori.

Ancora oggi, com’è stato per millenni, il tonno rosso rappresenta una voce importantissima per il comparto ittico.

Sono cambiate le tecnologie, è cambiato il mercato (quello Giapponese rappresenta oggi una preziosa opportunità) ma quel profondo e millenario rapporto che lega l’uomo mediterraneo al tonno rimane inalterato.

Nel sito dove oggi sorge l’impianto di allevamento (che più correttamente andrebbe definito " di stabulazione del tonno") sorgeva un tempo un’antica tonnara "la Tonnara di C/Mare" indicata come una tra le più antiche tonnare di tutta la Sicilia ( N.d.r.: Vincenzo Consolo–La pesca del Tonno in Sicilia- edizione Sellerio ) della quale si hanno notizie già nel 1466 ed che è stata anche tra le più longeve, in quanto ha pescato il cosiddetto "tonno di andata" fino agli anni cinquanta.

Si pensi che nel Golfo di C/Mare, racchiuso e delimitato ad Est da Capo Rama e ad Ovest da Capo S.Vito, si contavano un tempo ben otto tonnare in attività, poi via via dismesse, fino all’ultima quella di "Scodello" che fu calata per l’ultima volta nel 1984 e dove già nel 1981 un esperimento pilota, condotto da una università Italiana in collaborazione con i Giapponesi, tentò -senza riuscirvi- la riproduzione del tonno in cattività.

Certamente, ragioni storiche, ambientali, logistiche, hanno determinato la scelta di C/Mare come sito ove allocare un impianto di allevamento del tonno rosso, in quanto il golfo di C/Mare è stato da sempre ed è ancora oggi, un luogo prescelto dal tonno, dove si riproduce, dove nasce, dove si alimenta e cresce fino a che, raggiunta una certa dimensione, si raduna in banchi di migliaia di individui, per intraprendere la straordinaria avventura che la natura ha codificato nel suo DNA : l’avventura di grande pesce pelagico.

 

La partecipazione ad una manifestazione quale "Tonno e dintorni" è senz’altro un’ottima occasione per dare visibilità alla vostra attività: avete in programma qualche altra iniziativa per veicolare in altri modi la conoscenza e le proprietà di un alimento tanto tradizionale del nostro contesto naturale e della dieta mediterranea quale è il tonno?

La manifestazione "Tonno e Dintorni" è stata suggerita dalla nostra azienda all’Amministrazione comunale di C/Mare del Golfo, che con lungimiranza ha immediatamente colto le potenzialità di grande richiamo turistico che l’iniziativa può determinare per la zona.

Il tonno da millenni è il prodotto del mare che maggiormente caratterizza e rappresenta le nostre zone, le tonnare tradizionali hanno, ormai per sempre, perduto il loro interesse economico che per millenni ha sostenuto le economie dei nostri paesi rivieraschi.

Oggi il nuovo contenuto economico della pesca del tonno viene rilanciato dalla attività di stabulazione, che riesce a conferisce al prodotto un valore aggiunto che rende economicamente giustificabili i grandi investimenti necessari per svolgere tale attività.

Siamo convinti che la moderna attività di allevamento del tonno, possa anche trainare e far rivivere la storia e le tradizioni delle tonnare antiche, recuperandone e rilanciandone i contenuti culturali, recuperando il patrimonio edilizio di una architettura industriale altrimenti destinata all’oblio, per restituirla alla frizione di un turismo e di un viaggiatore che oggi è sempre più attento e sensibile alle offerte di un territorio che, oltre alle bellezze naturali, propone anche la sua storia, le sue antiche tradizioni, la sua cultura e la sua gastronomia, come momento di sintesi ed espressione dell’essenza stessa di un popolo.


 

 

 

 
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