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TONNO E DINTORNI: quando la realtà incontra la tradizione

 

Convegno Scientifico Internazionale "Tonno rosso mediterraneo (Thunnus thynnus)":  gestione della risorsa ed allevamento

Studio di impatto ambientale dell’allevamento di Tonno rosso mediterraneo di Milazzo (Messina)

Relatore: Dott.ssa Alessandra Reale della Gaia Soc. Coop. a r.l.

 

L’impianto per l’allevamento off-shore del Tonno rosso della Ditta Pescazzurra s.r.l. di Messina è situato nella Sicilia nord-orientale in località Giammoro-Milazzo (ME). L’impianto è ubicato in una zona di mare nella parte retrostante della quale si estende una zona industriale con numerose attività quali una raffineria, una centrale termoelettrica, acciaierie e diverse altre realtà industriali ed artigianali.

Dati precedenti in nostro possesso hanno caratterizzato, nella zona, la distribuzione di biocenosi bentoniche, individuando biocenosi, in stato di destrutturazione, ascrivibili alle sabbie fini ben classate fino alla batimetrica dei 20m; oltre i 20m le biocenosi sono ascrivibili ai fanghi terrigeni costieri.

Le caratteristiche idrologiche indicano frequenti rotazioni di corrente, anche perché risente ancora dell’influenza dello Stretto di Messina con fasi alternate e differenti velocità. Le correnti principali, a parte i fenomeni di rotazione riscontrati, si mostrano prevalentemente da W-SW e da E-NE in fase alternata e si muovono parallelamente alla linea di costa, con intensità che superano di poco i 10 cm/sec, ciò permette una buona ossigenazione delle acque senza però provocare fenomeni di turbolenza.

L’attività dell’impianto ha avuto inizio nel mese di maggio 2002 (primo anno di attività) con l’istallazione di tre gabbie galleggianti aventi un diametro di 50m ed una parete verticale di 20m, su un fondale medio di 50m.

I tonni, durante la stabulazione sono stati alimentati prevalentemente con pesce azzurro (sgombri, sarde, alacce). L'alimento è stato somministrato attraverso un sistema a spargimento manuale per permettere agli animali di alimentarsi più facilmente, evitando la concentrazione del cibo in un solo punto della gabbia e quindi un'inutile dispersione. Durante questa fase i subacquei si accertavano che i tonni si alimentassero e segnalavano il momento in cui gli animali cessavano di nutrirsi per evitare inutili immissioni di alimento nell’ambiente.

La quantità di cibo fornito giornalmente è variata durante il periodo di allevamento, dal 2% in peso del prodotto allevato, nel primo periodo, fino ad un massimo del 6% nel periodo in cui l'allevamento era a pieno regime. Il complessivo degli animali allevati è risultato pari a circa 248 tonnellate, con un aumento del peso complessivo, stimato, di circa il 10%.

Preliminarmente alla richiesta di concessione dell’area per l’installazione dell’impianto, è stato effettuato uno studio di impatto ambientale che ha riguardato la caratterizzazione fisico-chimica delle acque, la caratterizzazione chimica e granulometrica dei sedimenti e l’analisi della fauna bentonica. Successivamente alla messa in opera dell’impianto, durante tutto il periodo di stabulazione, la Ditta Pescazzurra ha voluto, di sua iniziativa, effettuare un monitoraggio delle acque e dei sedimenti. A tal fine sono stati effettuati dei prelievi idrologici nello specchio acqueo prossimo alle gabbie e dei prelievi di sedimento nelle immediate vicinanze delle gabbie, su tutti i versanti, ed in un sito di controllo posizionato ad una profondità analoga a quella dell'impianto.

Le analisi idrologiche hanno mostrato una buona qualità delle acque, con concentrazione in sali nutritivi caratteristica di acque oligotrofiche, sufficiente ossigenazione (saturazioni maggiori o vicine al 100%) e buona trasparenza al Disco Secchi (valore medio di 28m), confermata dalla scarsa quantità di materiale in sospensione (TSM).

Le analisi sedimentologiche effettuate in parallelo nel sito gabbie e nel sito controllo, hanno evidenziato granulometrie simili, infatti il sito gabbie non presenta aumento di frazione pelitica. Le analisi chimiche condotte sui sedimenti, hanno riguardato la determinazione di carbonio totale, azoto totale, fosforo totale e fosforo da ortofosfati. I contenuti in carbonio ed azoto risultano piuttosto contenuti sia nel sito gabbie che nel controllo, con valori pressoché simili. Il fosforo, invece, presenta valori piuttosto elevati e le quantità riscontrate risultano abbastanza omogenee in entrambi i siti. Ciò non è sicuramente imputabile alla presenza dell’impianto.

Le analisi faunistiche sul macrobenthos hanno evidenziato che alcune delle specie riscontrate (Goniada emerita, Abra nitida, Goneplax rhomboides) appartengono alle biocenosi dei fanghi terrigeni costieri, ma la maggior parte dei taxa riscontrati sono risultati privi di una precisa connotazione cenotica. Infatti, si tratta di specie vasotolleranti (Glycera capitata, Glycera rouxi) o a larga valenza ecologica (Lumbriconereis paradoxa, Notomastus latericeus, Nucula nucleus). Da un punto di vista trofico, le specie riscontrate sono per lo più carnivore e detritivore.

I valori di abbondanza assoluta, sia per gli individui che per le specie, sono risultati nettamente più elevati nelle stazioni limitrofe all’impianto piuttosto che nelle stazioni di controllo; gli indici di diversità risultano abbastanza simili tra i due siti e leggermente maggiori rispetto a quelli riscontrati l’anno precedente, prima dell’istallazione delle gabbie. Gli indici di abbondanza dei singoli gruppi nel sito gabbie hanno evidenziato una percentuale maggiore di crostacei (46%), seguiti da policheti (30%) e molluschi (21%); nel sito controllo il 50% degli individui è rappresentato dai policheti, cui seguono i crostacei (36%) ed in misura molto minore i molluschi. Gli echinodermi sono poco rappresentati in entrambi i siti.

Attualmente, quindi, dai dati in nostro possesso, possiamo affermare che l’attività di allevamento di Tonno rosso della Ditta Pescazzurra, risulta "compatibile" con le condizioni ambientali del sito studiato. Una valutazione effettiva dei cambiamenti e/o alterazioni ambientali, potrà però essere effettuata solo a lungo termine, quando si disporrà di una serie di dati distribuiti nel tempo, per avere la possibilità di fare dei paragoni e confrontare l’evoluzione e i cambiamenti ambientali su più larga scala.

 


 

 

 

 
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