Correre nel verde Cucina e dintorni: alimenti, ricette, articoli e informazioni sull'enogastronomia - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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carne di coniglio

La carne di coniglio risulta essere un grosso business per l’Italia, in quanto il nostro paese risulta essere il primo produttore, oltre che il primo consumatore di questo cibo. Tutto ciò nonostante il coniglio sia una carne superata, nei consumi italiani, da quelle bovine, avicole e suine.

Negli anni Settanta, con un grosso aumento degli studi e delle ricerche, la coniglicoltura è divenuta un’attività zootecnica razionale e intensiva.

La vendita del prodotto è rimasta tuttavia per lungo tempo legata a forme tradizionali, come la distribuzione della carcassa intera, con testa e zampetti. Anche se la carcassa intera, o la mezza carcassa, è ancora oggi la tipologia in commercio più diffusa, soprattutto nelle macellerie tradizionali, nella grande distribuzione è possibile trovare tagli e porzioni particolari, nel tentativo di venire incontro ai nuclei familiari di piccole dimensioni.

Il controllo della qualità del prodotto finale è il fiore all’occhiello della produzione italiana, in piena sintonia con la maggiore sensibilità degli acquirenti sulla propria salute e di riflesso sulla bontà dei cibi che vengono mangiati.

Infatti negli ultimi tempi la carne di coniglio viene acquistata per il suo valore nutritivo, ossia per il buon contenuto proteico e per la limitata concentrazione di grasso, che si trova di norma prevalentemente sulla pelle, risultando quindi di facile asportazione, Infine il coniglio è caratterizzato da un favorevole rapporto fra acidi grassi insaturi e saturi.

La carne di coniglio presenta un contenuto di colesterolo inferiore rispetto alla carne di altre specie (inferiore a 50 mg/100 g di carne), al contrario ha una buona concentrazione di fosforo, potassio e magnesio, mentre calcio, ferro e sodio sono presenti in quantità limitate.

In Italia si usa macellare i conigli che hanno un’età compresa fra le 10 e le 13 settimane, che corrisponde circa al peso di 2 o 3 kg.

I conigli vengono solitamente alimentati a volontà per massimizzare le prestazioni produttive.

In Italia il coniglio da carne è normalmente allevato in gabbie singole o doppie, nelle quali le possibilità di movimento possono essere piuttosto ridotte, soprattutto nelle fasi finali dell’ingrasso.

Grazie alla maggiore sensibilità riscontrata dai legislatori sul benessere degli animali allevati, inizia a prendere piede anche l’allevamento dei conigli in gabbie collettive, formate da gruppi numerosi e a densità elevate.

Se proviamo a paragonare le proprietà della carne di conigli allevati in gabbia singola o in gabbia multipla, ad esempio con tre conigli per gabbia, i primi apparirebbero più soggetti a stress da trasporto con carni meno luminose e più asciutte.

A seconda del piatto che si preferisce preparare c’è un tipo di coniglio da scegliere: ad esempio se si vuole preparare un arrosto è meglio scegliere conigli giovani. Questi si riconoscono tramite il peso: se si aggira sugli 1,5 kg, il prodotto è adatto. Inoltre, da un punto di vista estetico le loro carni sono rosa chiaro, il grasso è bianco, hanno i denti corti, le gambe magre e le ginocchia grosse.

Se invece vogliamo preparare un coniglio in umido sono preferibili conigli più grandi: anche se hanno carni un po’ più dure, risultano molto saporite.

Se acquistiamo il coniglio a pezzi, possiamo scegliere fra la testa, le spalle, la pancia ed infine la “sella” (ovverosia il dorso) e le cosce.

Il coniglio è un alimento ottimo, anche se non riesce ad entrare in tutte le case per il suo aspetto, che fa tenerezza, e anche perché alcune persone lo paragonano erroneamente ad altri roditori quali il ratto o il topo. Animali invece con i quali non ha davvero niente a che spartire.