Latini 
			ed Etruschi si contesero tutto in epoca preromana comprese le 
	metodologie agricole, anche se questa è una immagine riduttiva e dunque da prendere 
	con cautela perchè è facile immaginare tante possibili reciproche 
	contaminazioni, integrazioni e variazioni, possiamo, n linea di massima, immaginare una coltivazione a terra per 
	i primi e una coltivazione associata a una pianta viva per i secondi.
	La stagione romana, durata più di un millennio in occidente, segna un cambio di marcia 
	non solo nella coltivazione della vite ma, soprattutto, nella vinificazione.
	Non c'è bisogno di disturbare Trimalcione per capire quale complessità 
	enogastronomica si raggiunge in piena epoca romana. I romani vinificano e 
	fanno vinificare nei territori a loro soggetti uve dalla maturazione che 
	sfiora l'eccesso ottenendo vini dalla struttura forte, li invecchiano, li 
	arricchiscono di spezie e miele e quando li servono aggiungono acqua, magari 
	calda, magari di mare e non disdegnano di profumarli con petali di fiori. Vi 
	viene il sospetto che piccola parte del processo avvenga osservando i Greci 
	che aromatizzano il vino con resine? Anche noi abbiamo lo stesso sospetto. 
	Vi sovviene, pensando ad un prodotto condensato, fortemente alcolico e 
	pesantemente strutturato che viene addolcito, fluidificato e reso libero di 
	esaltare aromi compressi grazie all'aggiunta di acqua all'uso di aggiungere 
	acqua al whisky fatto dagli inglesi? Ci fosse una qualche correlazione 
	storica? Be anche noi ci facciamo la stessa domanda.
	Indubbio il fascino lasciato dalla cultura romana a tutto il mondo 
	occidentale anche nel mondo legato alla vite e ai suoi prodotti. Infondo 
	beviamo champagne perché i legionari piantarono viti anche nel nord della 
	Francia.
	Il calare del medioevo fece arretrare di molto tecniche di coltivazione e 
	conservazione vitivinicole ma qualcosa sopravvisse.
	Dunque i territori vinicoli laziali hanno antichissime origini che non si 
	sono mantenute costanti ne, ad oggi, possono vantare, nella maggior parte 
	dei casi, dirette discendenze dalle antiche usanze e culture.
	I Castelli Romani grazie a vitigni derivati Trebbiano e dalla Malvasia danno 
	bianchi esportati in tutto il mondo.
	Cerveteri è un vino prende nome da l'omonima località e risente degli 
	effluvi marini.
	In Ciociaria si trovano rossi che derivano dal vitigno Cesanese di buona 
	struttura e che in alcune loro varianti rasentano l'eccellenza.
	Nel Viterbese Vignanello e Aleatico di Gradoli vengono, nonostante le loro 
	indubbie qualità, sopravanzati nella fama dallo storico Est! Est! Est! che 
	proviene da Montefiascone.