VINI ITALIANI

La Sicilia ai tempi dei Cicerone era considerata il granaio dell'Impero Romano, questo da idea dell'importanza della storia dell'agricoltura in questa regione. Per quanto riguarda il vino si può partire con certezza dal 1600 avanti Cristo ma molti ritrovamenti archeologici fanno ragionevolmente supporre che questa data va spostata indietro di diverse centinaia di anni.

Dunque per il vino la Sicilia non aspetta ne Fenici ne Greci (anche se è ragionevole supporre degli apporti e degli scambi di viti e vino con queste popolazioni).

Oggi gli allevamenti si dividono fra alberello e spalliera con distanziato al terzo posto il tendone. Fra storia e tradizione si pongono le tipologie di alberello a potatura mista che sono la Marsalese, l'Imerese e l'Alcamese.

Le uve bianche sono in netta maggioranza Insolia, Grillo, Cataratto, Grecanico. Le nere vantano il Nerello Mascalese, il Frappato e il Perricone.

La zona di Trapani ricca di grandi aziende e superbe cantine ha culture intensive soprattutto di uva a bacca bianca e produce il celeberrimo Marsala.

Rivale del Trapanese nei numeri, nelle aziende e nelle tipologie varietali e di coltivazione è l'Agrigentino.

Nel Siracusano non troviamo grandi quantità di va da vinificare ma quella che si coltiva è di grande qualità, infatti insieme al bianco Grecanico e a i neri Nerello Mascalese e al Perricone troviamo l'ormai famoso Nero d'Avola.

Le restanti province siciliane si distinguono tutte per produzioni di qualità e, talvolta, per quantità. Molte zone vantano vini storici, altre sottovarietà che per esposizione solare, quota e composizione del terreno assumono caratteristiche organolettiche uniche.

Un accenno doveroso alle Eolie con il loro fantastico vino passito: la Malvasia di Lipari.