Gnu
Il termine “Gnu” proviene dall'idioma Khoikhoi e il
suono della sua pronuncia è accentuato dalla “g” gutturale che sembra
rappresentare l'imitazione del verso di questa tipologia di animali.
Tale mammifero appartiene al genere Connochaetes e
comprende nelle sue file due esemplari molto conosciuti nel continente
africano: lo gnu striato (Connochaetes Taurinus) e lo
gnu dalla coda
bianca (Connochaetes Gnou).
Come le mucche, capre e antilopi, lo gnu viene
annoverato nella famiglia dei Bovidae e può raggiungere un peso compreso
tra i 150 chilogrammi e i 250 chilogrammi; la sua statura al garrese può
toccare valori compresi tra 1,20 metri e 1,40 metri e il suo ciclo
vitale può raggiungere il ventennio.
Tali animali si cibano essenzialmente di erba della
savana e la loro indole stagionale spinge questa tipologia a compiere
migrazioni annuali; lo spostamento più significativo avviene dalle
pianure alle foreste durante il mese di Maggio in cui circa 1,5 milioni
di animali modificano il loro habitat.
Il ritorno alle zone pianeggianti si verifica nel
mese di Novembre in cui gli gnu troveranno luoghi verdeggianti grazie
all'azione estiva delle piogge.
I mesi estivi sono i più indicati a far nascere i
cuccioli di gnu che si presentano subito molto precoci poiché possono
camminare subito dopo pochi minuti dalla loro venuta al mondo e nel giro
di qualche giorno sono in grado, già, di seguire il branco.
Il periodo degli amori viene subito dopo la nascita
dei cuccioli e in questo momento i maschi dominanti marcano il proprio
territorio tramite la produzione di ferormoni (generati da ghiandole
odorose situate negli zoccoli) e il rilascio delle proprie feci.
Branchi di maschi scapoli sono costituiti da
esemplari subordinati.
L'ecosistema delle savane è molto influenzato dalla
presenza dello gnu; infatti la terra subisce un'azione fertilizzante da
parte del letame di tale animali e l'erba rigogliosa è frutto di
un'azione continua di potatura per questioni alimentari e del calpestio
dovuto all'andatura dello gnu.
A loro malgrado anche la loro funzione di prede
preferite da parte dei grandi predatori come iene e leoni è parte
integrante e fondamentale dell'ecosistema delle savane.
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