Correre nel verde Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Gnu Striato

Lo gnu striato (Connochaetes taurinus) appartiene alla famiglia degli  ungulati di grossa taglia e conta numerosi esemplari soprattutto nelle zone orientali e meridionali dell'Africa.

Vive maggiormente nelle grandi pianure e si ciba principalmente d'erba; il maggior numero di gruppi di gnu, circa un milione di esemplari aggregati tra loro, si concentra maggiormente nella regione del Serengeti, situata nell'Africa orientale.

Di solito la parola “gnu” viene utilizzata per riferirsi al  Connochaetes taurinus ma spesso lo stesso vocabolo viene associato al genere Connochaetes, che annovera tra le sue fila anche lo gnu dalla coda bianca.

Con il termine “blue wildebeest” ("gnu azzurro") ci si riferisce al  Connochaetes taurinus; il  Connochaetes gnu viene differenziato con il vocabolo “black wildebeest” ("gnu nero") mentre il Connochaetes taurinus  in swahili si pronuncia “nyumbu”.

L'altezza al garrese dello gnu può toccare gli 1,4 metri e il suo peso può raggiungere i 270 chilogrammi mentre esiste una netta differenza nella lunghezza tra l'esemplare maschio e quello femmina poiché il primo può raggiungere anche i 2,5 metri di lunghezza.

Lo gnu presenta un caratteristica fisica particolare rappresentata da zampe relativamente secche e magre mentre risulta tozzo e muscoloso il suo torso.

Grandi corna sono posizionate sul cranio di questo animale che si presentano rivolte in avanti e sporgenti verso l'esterno alla base e ricurve verso l'alto e verso l'interno, modellandosi con la tipica forma di una parentesi.

Sono molto simili alle corna della vacca che si presentano, vicino al cranio, compatte e orfane di anelli; la lunghezza di 90 centimetri di tali corna è raggiunta nell'esemplare maschio mentre nella femmina la misura si attesta su 45 centimetri.

“Ornamento” estetico, caratteristico dello gnu, è la sua scura barba.

I piccoli gnu sfoggiano un manto di colore marrone mentre gli adulti, cromaticamente, ne presentano uno che muta da tonalità grigio-blu ad altre grigio-marrone, con inclinazioni al colore scuro negli esemplari maschili.

Di colore chiaro risultano i fianchi e il dorso mentre la zona anteriore del corpo e il collo risultano particolareggiati da bande scure di colore marrone; tali caratteristiche, da lontano, suggeriscono uno stato rugoso dell'epidermide.

Una peluria scura e lunga forma una criniera che si presenta molto coriacea ed anche la coda e il muso sono di colore nero.

Tali animali preferiscono zone tipicamente della savana che non siano ne troppo secche e ne troppo fresche e sentono la necessità di bere una quantità molto significativa di acqua, minimo una volta ogni due giorni.

La pianura del Serengeti (Kenya e Tanzania) e le zone limitrofe sono popolate da moltissimi esemplari di questo animale; branchi minori si trovano concentrati in svariati parchi del Sudafrica, nello Zimbabwe e nel Botswana settentrionale.

Il numero degli esemplari che costituiscono i vari gruppi di gnu può variare da qualche decina a svariate migliaia e le tipologie gerarchiche all'interno del branco possono essere  rappresentate da soli maschi, oppure solo femmine o con esemplari sia maschili che femminili, capeggiati da un leader di solito il maschio dominante.

Tale animale si mostra abbastanza socievole soprattutto grazie alla sua tendenza a costituire branchi con animali di razze diverse come nel caso della zebra delle praterie.

Quando si trovano a dover fuggire da un pericolo, la loro velocità può toccare gli 80 chilometri orari.

Proprio nella zona del Serengeti vasti gruppi di gnu compiono stagionalmente una migrazione che li porta al Masai Mara (Kenya) partendo dal Serengeti National Park (Tanzania).

Il territorio per questi animali simboleggia quasi una ragione di vita; infatti basti pensare che lo gnu

maschio adulto può soggiogare sotto di se una vastità territoriale quantificabile in uno o due ettari.

Il proprio dominio della terra viene delineato con confini costituiti da secrezioni ghiandolari preorbitali, da ghiandole odorifere collocate sugli zoccoli, “stampando” le proprie orme sul suolo e con il rilascio di feci.

Se si viene a creare una situazione di sfida tra i maschi, gli stessi si esibiscono in terrificanti e acuti grugniti, dimenando le corna per colpire,  eseguendo diversi movimenti che inducono l'avversario a pensare che lo gnu stia per aggredirlo.

Raramente si arriva allo scontro fisico ma se ciò si verificasse, si potrebbe ammirare gli esemplari maschi dello gnu che utilizzano le ginocchia anteriori per colpire, a vicenda, il proprio nemico con le corna.

Oltre ai metodi di marcatura del territorio precedentemente illustrati, lo gnu utilizza anche una vasta gamma di movenze e gesti che rappresentano una sorta di linguaggio del corpo per porre in allerta gli altri esemplari maschili.

Gesti appartenenti a tali movenze sono la continua defecazione, un muggito potente che da il nome di “gnu” all’animale, un’impostazione del busto molto eretta, il ruzzolarsi sulla schiena e con gli zoccoli  colpire il suolo.

La stagione degli accoppiamenti (compresa tra Marzo e Aprile) aumenta l’inasprimento dei rapporti tra i vari maschi producendo anche un conseguente accrescimento del livello di protezione dei propri confini; definitivamente tale periodo si conclude verso il mese di Agosto.

Nella zona del Serengeti si possono trovare concentrati circa 270 maschi per chilometro quadrato e il fragoroso frastuono, che è ben udibile anche a distanze considerevoli, è generato dai versi emessi durante le zuffe che si vengono creare per via delle conquiste sentimentali.

La maturità sessuale dell’esemplare maschio viene raggiunta a circa quattro anni mentre l’esemplare femmina raggiunge tale stadio all’età di tre anni però un gran numero di maschi non riesce a proteggere il proprio domino territoriale e quindi a “conquistare” una femmina prima dei cinque anni di età.

In generale solo il 50% degli esemplari maschi ottiene il predominio territoriale e l’obbiettivo della riproduzione.

La ricerca dettata dall’istinto sessuale porta l’esemplare maschio (in casi particolarissimi anche quello femmina) a frizionare le ghiandole preorbitali sul  tronco di un albero e successivamente, con l’ausilio delle corna, buttare giù lo stesso.

 Il terreno viene “percosso” dagli gnu maschio per mezzo delle corna, sbuffando; tale rito viene compiuto per molteplici motivi tra i qual anche quello intimidatorio nei confronti dei propri nemici e sfidanti.

Una volta attirata ne territorio del maschio, la femmina non accetta subito di accoppiarsi con esso ma  perlustra più zone territoriali appartenenti ognuna ad un esemplare maschile di gnu diverso durante l’arco della stagione.

Dagli 8 ai 9 mesi è il periodo di durata della gestazione che da alla luce dei cuccioli che hanno l’abilità di reggersi in equilibrio sulle proprie zampe anche dopo pochi minuti dal parto e addirittura di correre dopo pochissime ore.

Tale precoce peculiarità conferisce un grande vantaggio agli gnu nei confronti dei propri feroci  predatori della savana (come i leoni) che consente loro di fuggire per cercare di tenersi in vita e non essere uccisi.

Alta è la percentuale dei piccoli che sopravvivono all’interno di gruppi costituiti da numerosi elementi (circa l’80%) mentre la stessa si abbassa (circa il 50%) nei branchi rappresentati da aggregazioni molto esigue; il cucciolo può ricevere l’allattamento della madre anche per un intero anno.

Lo gnu è merce pregiata per i famelici “cacciatori” della savana come iene, leoni, ghepardi e leopardi; però anche i coccodrilli prendono di mira tale animale soprattutto quando si accinge a guadare corsi d'acqua.

Lo gnu dalla coda bianca e lo gnu striato sono le uniche due razze, facenti parte della categoria Connochaetes,  che sono annoverate nella famiglia Bovidae, la quale ingloba in se anche bovini, antilopi e altri moltissimi esemplari di ungulati.

L’esemplare Connochaetes taurinus  è ripartito in cinque sottospecie:

  •     Connochaetes taurinus albojubatus (Kenya e Tanzania orientale)

  •     Connochaetes taurinus (Africa centrale e meridionale)

  •     Connochaetes taurinus mearnsi (Kenya e Tanzania occidentale)

  •     Connochaetes taurinus cooksoni (valle di Luangwa)

  •     Connochaetes taurinus johnstoni (Tanzania meridionale e Mozambico)

 

 

 

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