Orango di Sumatra
Oltre all’orango
del Borneo esiste anche un’altra specie di questo animale, molto
più rara della precedente menzionata: l’orango di Sumatra (Pongo abelii
Lesson, 1827); l’esemplare di Sumatra si riteneva una sottospecie di
quello del Borneo.
Dallo stesso nome
dell’animale si evince che l’habitat di tale orango sia limitato alle
zone pluviali settentrionali della foresta dell’Isola di Sumatra
(Indonesia); però resti fossili testimoniano la remota presenza
dell’esemplare anche sulla vicina isola di Giava.
Come altitudine l’orango
preferisce luoghi posti ad un’altezza compresa tra i 200 ed i 1.000
metri d'altezza ma anche a 2.000 metri si possono trovare esemplari di
tale animale.
Il peso dell’orango
oscilla tra i 50 e i 90 chilogrammi mentre la sua altezza varia tra i
130 e i 170 centimetri di altezza; il peso dell’orango di Sumatra in
alcuni esemplari può arrivare a toccare i 130 chilogrammi.
Le braccia aperte possono
giungere ad un’apertura quantificabile in due metri, calcolata dalla
punta di un indice all’altra punta.
Ad esclusione dell’uomo,
l’orango di Sumatra è da considerarsi il primate asiatico più grande e
anche la scimmia arboricola vivente in possesso delle dimensioni più
sviluppate.
Il caratteristico pelame
di colore rossiccio si presenta lungo e liscio mentre le zampe anteriori
hanno una lunghezza doppia rispetto a quelle posteriori e sono anche più
massicce e muscolarmente più sviluppate.
Una costituzione più
longilinea, pelo più chiaro e lungo contraddistinguono tale esemplare da
quello del Borneo; l’orango di Sumatra, sia nella femmina che nel
maschio, presenta una barba brizzolata che però si distingue nei maschi
con una lunghezza e un’intensità maggiori rispetto a quelle
dell’esemplare di femmine di orango .
Il peso della femmina
(che va da un minimo di 30 chilogrammi ad un massimo di 50 chilogrammi)
in confronto a quello del maschio (che va da un minimo d 50 chilogrammi
ad un massimo di 90 chilogrammi) risulta molto minore; inoltre i maschi
presentano del pelame bianco sulle ampie guance carnose.
Anche loro come i
“cugini” del Borneo prediligono trascorrere parte del proprio tempo
sugli alberi e risultano molto attivi durante il giorno; forse
l’abitudine arboricola è più una costrizione dettata dalla presenza,
sull’Isola, di un predatore vorace come la tigre di Sumatra
Gli esemplari più anziani
di orango di Sumatra sono portati a trascorrere, anche per via del loro
peso eccessivo, molto tempo sugli alberi e a scendere di rado solo per
nutrirsi.
Il pernottamento notturno
è assicurato da nidi di frasche eretti al giungere del buio della notte
che vengono cambiati ogni giorno.
I giovani oranghi come
modalità di spostamento da un ramo all’altro utilizzano la brachiazione
mentre gli esemplari più anziani, spinti dalla prudenza, tendono a
posizionare saldamente tre dei propri arti ad un supporto prima di
compiere qualsiasi movimento.
Gli oranghi di Sumatra
caratterialmente sono più socievoli dei loro parenti del Borneo e
passano gran parte della loro esistenza in gruppi esercitando di
frequente il grooming, ovvero l’arte di essere igienicamente “puliti” da
un atro componente del gruppo di appartenenza; per la tecnica del
grooming gli oranghi di Sumatra, in maniera molto rozza, tendono ad
utilizzare più la bocca che le mani.
Per manicure e pedicure
tali animali tendono ad utilizzare i propri denti mentre i maschi adulti
cercano di venire a contatto il meno possibile tra di loro.
L’area di delimitazione
del territorio varia dall’esemplare maschio all’esemplare femmina; il
primo tende a coprire 2.500 ettari mentre il secondo tende a definire un
settore territoriale compreso tra i 500 e i 900 ettari; nella zona del
maschio sono comprese solitamente tre delimitazioni territoriali segnate
da femmine di orango di Sumatra.
La rivendicazione del
proprio territorio da parte degli oranghi avviene tramite l’emissione di
particolari sonorità molto lunghe che si espandono anche per un
chilometro di distanza; tale suono somiglia molto ad un muggito che
risulta amplificato nei maschi poiché gli stessi sono provvisti di una
specie di sacca, che si dilata, posizionata sulla gola.
Spesso tale “grido” è
scenicamente ampliato dalla rottura di rami da parte dell’orango che
tramite il fragore del gesto tende a sottolineare la propria supremazia
territoriale.
Se tali animali si
trovano vicini, per comunicare utilizzano grugniti, pernacchie, rutti
tramite le labbra e la gola.
Nonostante l’aspetto
giocherellone e quasi addormentato da tontolone, l’orango di Sumatra si
rivela essere molto scaltro e intelligente poiché in grado di usufruire
di moltissimi oggetti per raggiungere scopi impensabili limitati
dall’habitat avversamente selvaggio.
La testimonianza del loro
forte acume è concretamente dimostrato dall’uso come ombrelli che gli
oranghi fanno delle foglie per ripararsi durante i periodi di pioggia.
La forte attinenza a
cibarsi di frutti induce gli oranghi a memorizzare la disposizione degli
alberi da frutto all’interno del proprio territorio, ricordando il
periodo di maturazione in modo da poter raggiungere subito il vegetale
con i frutti più freschi e buoni a seconda del periodo.
L’orango di Sumatra si
basa su una dieta costituita da frutta soffice e matura e da dolcissimi
fichi; oltre alla frutta tale animale si ciba di alimenti vegetali (come
fiori e foglie) e uova; a differenza dei propri cugini del Borneo, gli
oranghi di Sumatra integrano nella propria alimentazione una maggiore
quantità di insetti, circa il 6% del totale dei cibi consumati.
Essi sono portati
all’ispezione di alveari e termitai tramite l’utilizzo dei rami
spogliati della corteccia e delle foglie che utilizzano anche per
privare i frutti di Neesia della cuticola in modo da poterne assaporare
i deliziosi semi.
Questi sono tutti
comportamenti che non sono stati mai riscontrati negli oranghi del
Borneo.
I tempi di riproduzione
degli oranghi sono molto più lunghi rispetto agli altri ominidi; infatti
un orango da alla luce un cucciolo ogni 5-6 anni.
La riproduzione
nell’esemplare femmina si attiva dopo il quindicesimo anno di età mentre
i maschi entrano nella maturità sessuale intorno ai diciannove anni.
Il desiderio di
accoppiarsi dei maschi è talmente forte che molto spesso essi rapiscono
i cuccioli per obbligare le madri a subire dei veri e propri rapporti
sessuali forzati; per evitare questi “stupri”, le femmine si uniscono in
gruppi numerosi di esemplari femminili oppure si alleano con altri
maschi.
L’accoppiamento si
consuma solitamente intorno all’arco di tempo che va da Dicembre a
Maggio ovvero quando la quantità di cibo raggiunge livelli ottimali.
La durata della
gestazione è di circa otto mesi dopo i quali nasce un solo cucciolo e in
casi molto rari si ha un parto gemellare; per circa 8-9 anni il cucciolo
viene accudito dalla madre la quale ha il compito di istruire e
tramandare tutto il suo sapere al nuovo nascituro.
Di solito il piccolo
intorno al terzo anno di vita può essere considerato già indipendente ma
solitamente ogni giovane esemplare decide di rimanere ancora con la
propria genitrice.
Il ciclo vitale di questi
animali si attesta intorno ai 50 anni e le femmine di orango di Sumatra
non entrano nella fase della menopausa a parte pochi casi che iniziano
questo processo intorno al 51° anno di età fino al 53° anno; l’esemplare
maschile in genere gode di una longevità maggiore rispetto a quella
dell’esemplare femminile.
Il pericolo di estinzione
per questo animale è molto alto poiché nel 2002 circa 3500 esemplari di
orango si muovevano sul nostro pianeta.
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