Correre nel verde Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Correre nel verde

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Luccio

Esox Lucius

Il suo nome scientifico è Esox Lucius; in inglese è chiamato Pike. Appartiene alla famiglia degli Esocidi (Esocidae) dell’ ordine degli Esociformi (Esociformes). Il luccio vive nelle acque di zone litorali e fluviali.

Gli esemplari del luccio, si estendono dalla Francia alla Siberia con un numero elevato in Inghilterra ed Irlanda.

In Italia lo si può trovare al nord e proseguendo verso il centro della penisola, fino ad arrestarsi nelle regioni del Lazio e Abruzzo.  

Le sue preferenze alimentari, influenzano l'equilibrio ambientale che lo circonda; infatti, nutrendosi di alcune specie molto prolifiche (soprattutto di elementi malati o più deboli), tende a far rimanere pressoché inalterato tale equilibrio.

Le sue dimensioni possono raggiungere i 130 cm di lunghezza e i quasi 30 kg di peso; tali dimensioni però possono variare a seconda di vari fattori (alimentazione e temperature dell'ambiente acquatico). Gli esemplari maschili sono inferiori a quelli femminili per quanto concerne le dimensioni.

Il luccio è anche denominato  Luccio Papera per via della sua testa schiacciata e lunga. Inoltre ha la bocca a becco d'anatra. A seconda dell'acqua e dell'habitat assume diverse colorazioni : bianco-giallo sul ventre, verde-bruno sul dorso e giallo-rossastro a macchie nere sulle sue pinne.

Le correnti d'acqua modificano la sua struttura anatomica; la forma allungata viene plasmata in presenza di correnti deboli mentre la corporatura più robusta viene assunta in acque ferme.

Ha uno stile di vita, molto sedentario; ciò è confermato dallo spostarsi solo in occasione del periodo riproduttivo; le zone scelte per questo processo sono di solito molto ricche di vegetazione sommersa e buona qualità delle acque (zone laterali e litorali).

Gli esemplari maschili, tendono a recarsi anticipatamente, di qualche giorno, nel luogo dove avverrà la riproduzione;  le femmine sono pronte sessualmente all'età di 3-4 anni e i maschi intorno ai 2-3 anni. Le uova giallastre (2,5-3 mm di diametro), deposte in primavera, si schiuderanno fino alla separazione delle larve dalle piante presenti in acqua.

L'attaccamento avviene tramite un organo, che aderisce agli steli e permette l'assorbimento del sacco vitellino da parte delle larve.

Gli avannotti del luccio (gli esemplari più giovani), dopo qualche settimana di vita, sono già capaci di provvedere al proprio fabbisogno.

L’apertura delle uova, dipenderà dalla temperatura dell’acqua circostante (di solito pochi giorni). Maschi e femmine del luccio, sembrano  nuotare lentamente l’uno verso l’altro e dopo la deposizione, il maschio avrà il compito di fecondarlo.

Ogni femmina, deporrà all’ incirca, un numero variabile tra 18.000 e 35.000  uova per ogni kg.

La crescita del luccio è molto veloce: può arrivare fino a 20 cm durante il primo anno di vita; fin a 25-30 cm al secondo anno e  a 40-60 cm al terzo anno.

Il luccio è considerato il re dei cacciatori. A volte egli adotta una tecnica di caccia particolare; svolge questa attività da predone, sotto i branchi che sono alla base della sua alimentazione nella zona abitata in quel momento.

Può rimanere tutto il giorno immobile, mimetizzato  tra le alghe e massi, e balzare all’ improvviso sulla sua preda; si nutre anche di altri pesci (carassi, cavedani e scardole) e di gallinelle d’acqua e piccoli mammiferi (soprattutto topi) e rane; a volte però, può cibarsi anche di pesci della sua stessa famiglia.

Grazie all’elevata capacità di dilatazione della sua mandibola, può divorare, prede molto grandi; il colore della sua livrea, lo avvantaggia, mimetizzandolo, nei confronti delle proprie prede.  

È munito di un vasto numero di affilatissimi microdenti (più di 500 circa e a volte sfiorano i 900); essi sono posizionati sulla lingua e sull'esoscheletro. Per via di questa caratteristica dentatura, bisogna essere molto prudenti nell'afferrarlo. Per sopperire a ciò, evitando così di ferirsi, si possono usare i guanti e il guadino (simile ad un retino usato per pesci di notevoli dimensioni); bisogna usare un estremo d’ acciaio per evitare la rottura del filo.

Molto efficace ed indolore per il luccio, è la presa opercolare che si effettua in questo modo : chiudendo le 4 dita, si fa scivolare il luccio sotto una delle sue branchie fino la punta della sua bocca; si continua a farlo scivolare fino all’ osso della mandibola.

Il morto manovrato è una delle esche utilizzate per la sua cattura; è simile al classico gallo di ferro posto sui tetti delle case.

Si posiziona un pesce morto su un estremo d’ acciaio, realizzato da due funi che terminano con dei gancetti; questa tecnica fa si, che il pesce predatore non noti la differenza e consideri l’esca ancora viva. Ciò è dovuto anche al movimento di risalita e discesa che il pescatore fa assumere al “morto” tramite l’ausilio delle due funi. Tale movimento è agevolato anche dall‘azione delle correnti presenti in acqua che direzionano l’esca a destra o sinistra.

Lo spinning, utilizza anche esche ondulanti, che si muovono dall’ alto verso il basso e l’opposto.

Per lo spinning si usano lo spinnerbait, jerkbait, swimbait, minnow (esche di balsa e plastica).

Lo spinning è una pesca sportiva che prende il nome, dal movimento dell’esca su cui si basa (to spin in italiano significa ruotare); l’esche, sono tutte artificiali e quindi non vive.

Tale tecnica utilizza una specie di paletta, che inizia a ruotare sul proprio asse, appena viene recuperata dal pescatore; la distanza e la profondità, che si possono raggiungere con il lancio, sono influenzate notevolmente dal numero dei pesi presenti sull’asse di rotazione.

Viene utilizzata per la cattura dei pesci predatori (il luccio è uno di questi); essi vengono attratti dal movimento, dal colore delle esche artificiali, che somigliano molto a piccole “vittime” di cui cibarsi.

Il luccio da un punto di vista culinario, è molto diffuso in alcune zone della Lombardia (tratto del Po), preparato in umido; a Cremona è molto buono e conosciuto, il “Luccio alla Farnese”. Altre ricette da preparare con il luccio come “protagonista” sono :

luccio al burro bianco, luccio all‘antica, luccio in blanquette, luccio in salsa e il luccio ripieno.

Ha un utilizzo molto elevato in cucina, specialmente nei paesi dell‘est europeo.

Col passare del tempo, la figura del luccio, ha assunto una presenza frequente nell’araldica delle famiglie nobiliari, di associazioni e città.

 

 

 

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