Correre nel verde Animali: i nostri grandi piccoli amici - Correre nel verde direttore responsabile Giorgio Gandini


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Leopardo

La “Panthera pardus” (Linnaeus 1758), comunemente conosciuta come leopardo, è un animale carnivoro appartenente alla famiglia dei felidi.

Il suo habitat naturale solitamente è l'Asia Meridionale e Orientale e la totalità delle zone africane; molti esemplari popolano le Isole della Sonda ubicate nel settore occidentale dell'arcipelago malese.

Insieme alla tigre e al leone è uno dei felini più conosciuti e famosi al mondo, menzionato soprattutto per il suo passo felpato e la sua straordinaria agilità.

Spesso  si ha l'abitudine di confondere tale animale con altri due esemplari della famiglia dei felidi, ovvero il giaguaro e il ghepardo.

Il vocabolo “leopardo” è stato utilizzato, in epoche recenti, per riferirsi a due categorie di animali di origine asiatica, differenti dal Panthera pardus; queste due specie erano il Leopardo Nebuloso e il Leopardo Delle Nevi; termini simili alla parola leopardo sono i vocaboli “pardo” e “pantera”.

Il vocabolo “pardo” deriva dalla lingua iraniana e nei testi come enciclopedie o dizionari il termine è correlato al leopardo anche se in origine la parola era associata al ghepardo; infatti nel regno persiano era molto diffuso questo animale perché utile nella caccia e il suo addestramento non risultava difficoltoso.

Il termine “pantera” invece è transitato dall'idioma persiano, al greco, al latino alle attuali lingue;  il vocabolo solitamente si riferisce ai leopardi che popolano l'Asia.

Alcuni meticolosi studiosi differenziavano la tipologia africana da quella asiatica definendo la prima “leopardo” e la seconda “pantera”.

Anche gli americani giaguaro e puma sono stati definiti utilizzando il termine leopardo e attualmente le principali fonti d'informazione affibbiano tale termine alla tipologia d'animale conosciuta come pantera nera.

Quindi la parola leopardo non si riferisce ad un unico animale ma bensì a diverse categorie di leopardo che hanno in comune il peculiare manto di colore nero dovuto ad una sovrabbondante quantità di pigmentazione conosciuta anche come “melanismo”.

Analizzando attentamente gli esemplari di leopardo si possono scorgere le tradizionali macchie che risultano più scure rispetto al nero del suo manto; tale caratteristica pigmentazione è presente sul giaguaro (Panthera onca) e su altre tipologie di felini.

Tra il tradizionale leopardo e la pantera nera, quest'ultima grazie al suo inconfondibile colore riscuote più popolarità; per il suo colore molto scuro la pantera nera, sia nei film che nei testi letterari, viene rappresentata quasi sempre come un animale aggressivo e iniquo ma allo stesso tempo affascinante.

Il nome generico “leopardo” deriva dal termine latino “leopardus" generato a sua volta dalle parole “pardus” (pardo) e “leo” (leone); il nome leopardo deriva dall’antica credenza che l’animale in questione fosse una nuova razza ottenuta dall’incrocio di un pardo e di un leone.

Molti elementi inducono a pensare che il “pardus” originale fosse un vero e proprio ghepardo, da cui il leopardo ha “acquisito” il manto e le misure fisiche, mentre del leone l’animale avrebbe ereditato organizzazione e scaltrezza nel cacciare le prede e il suo poderoso ruggito che utilizza però assai raramente.

Tale felide si presenta con una lunghezza di circa 136 centimetri, escludendo la coda, un peso di circa 60 chilogrammi e 75 centimetri di altezza al garrese.

Però la costituzione del leopardo può mutare a seconda degli esemplari poiché ci possono essere felidi di questa categoria del peso di 30 chilogrammi fino ad un massimo di 80 chilogrammi; gli esemplari femmina sono più piccoli raggiungendo un peso medio inferiore rispetto al maschio del 30% - 50%.

Il leopardo, la tigre, il giaguaro e il leone appartengono tutti alla categoria “Panthera” e di essi il leopardo risulta essere dimensionalmente il più piccolo ma anche il più agile grazie ad un conveniente rapporto potenza-peso.

Gli arti più corti conferiscono al leopardo un’innata potenza nelle zampe che non lascia scampo alle proprie prede grazie alle temibilissime mascelle di cui è provvisto.

Gli aitanti muscoli della scapola e la compattezza del suo collo permettono all’animale di sfruttare queste ottime peculiarità naturali arrampicandosi senza ulteriori sforzi su alberi nonostante, spesso, porti con se prede dal peso doppio rispetto al suo; l’animale trasporta in alto le sue prede per toglierle agli altri predatori ghiottissimi di carcasse.

Oltre alle sue eccezionali doti fisiche, il leopardo, può contare sugli sviluppati sensi della vista, dell’olfatto e dell’udito.

Tale modus operandi è strettamente correlato alla presenza di altri predatori; infatti nella foresta pluviale africana, dove il leopardo è l’unico predatore vivente, tale abitudine di portare le prede sugli alberi non è minimamente compiuta da tale felide.

L’albero riveste un ruolo fondamentale nelle abitudini del leopardo che passa molto del suo tempo accovacciato sui resistenti rami per riposare le proprie membra e contemporaneamente per starsene al riparo dagli attacchi di predatori non molto abili nelle arrampicate.

L’albero è anche un ottimo luogo di appostamento durante i suoi agguati agli altri animali; infatti il leopardo, saltando addosso alla sua preda dai rami, piomba sull’animale sorpreso da tale trappola e cerca di ucciderlo o con una possente zampata al collo o mordendolo sulla nuca o alla gola.

Il leopardo è abile non solo sulla terraferma ma anche in acqua poiché ha spiccatissime doti da perfetto nuotatore.

Nonostante venga considerato un animale velocissimo, per le sue zampe corte e tozze risulta meno veloce se messo a comparazione con gli altri felini come il ghepardo o il puma; quindi egli predilige uno stile di caccia basato sull’agguato e sulla sorpresa più che sull’inseguimento della propria preda.

La pazienza è una sua fondamentale virtù che gli consente anche di starsene un’ora intera accovacciato a terra, “scivolando” silenziosamente in direzione della propria vittima e cogliendola di sorpresa anche se più veloce del suo carnefice.

Solitamente occupa zone territoriali dall’estensione variabile tra 1 e 10 chilometri quadrati e ha l’abitudine di lasciare il proprio segno su tronchi e il terreno con i propri artigli; altra usanza del leopardo è quella di urinare sugli alberi per cerchiare il proprio territorio.

Tale felide riesce a sopravvivere e ad ambientarsi in qualsiasi tipo di habitat (dall’alta montagna fino ai deserti non troppo aridi) e non presenta eccessivo timore ne confronti dell’uomo poiché spesso si avventura nei nuclei abitati per andare a caccia di animali d’allevamento e domestici, soprattutto di cani.

Originariamente il leopardo viveva in molte zone dell’Asia e dell’Africa mentre odiernamente i suoi esemplari sono concentrati nelle zone asiatiche sudorientali e in quelle africane subsahariane.

I colori base che costituiscono il suo manto possono essere il beige, il blu scuro e il giallo; la tonalità sul blu scuro si presenta meno viva sull’addome, all’interno delle zampe e sotto la coda.

Frequenti nella colorazione sono anche peculiari macchie nere che in alcuni settori del corpo dell’animale costituiscono delle rosette.

L’habitat in cui si muove l’animale può influenzare lo spessore della pelliccia e la sua colorazione; ad esempio in ambienti umidi la tonalità risulta molto scura mentre in luoghi caratterizzati da temperature rigide il suo mantello risulta più fluente.

La sua pregiata pelliccia lo ha reso oggetto di caccia e in molte regioni di alcuni paesi il leopardo è a rischio estinzione.

Come un gran numero di felidi anche il leopardo presenta una macchia bianca al centro delle proprie orecchie posteriormente nere.

Il melanismo presente sul leopardo lo promuove come l’animale con il tasso più alto di presenza di tale peculiarità tra le varie famiglie di animali selvaggi.

Le vittime predilette dal leopardo durante la sua caccia sono svariate:  gnu, cuccioli di grandi ungulati, antilopi, zebre, babbuini e altre scimmie più piccole.

Però la vittima sacrificale della sua alimentazione rimane l’impala e quindi nelle zone dove esso è presente non ha vita facile con il leopardo nei paragi.

Alla sua lista alimentare si aggiungono adulti, o anche giovani, esemplari di scimpanzé e gorilla soprattutto nel settore africano della foresta pluviale.

Scimmie, cervi e maiali selvatici sono invece “selvaggina” preferita dal leopardo asiatico; il leopardo però non si limita solo ad animali di grossa taglia ma predilige cacciare anche rane, insetti, uccelli e pesci.

Secondo le ricerche di Ted Bailey, effettuate nel Kruger National Park, il leopardo ha un consumo medio  di 2,5 chilogrammi di carne al giorno per l’esemplare femmina e 3,5 chilogrammi per il maschio.

Solitamente il leopardo è un animale che tende a starsene per conto proprio fatta eccezione per il periodo degli amori;il suo ciclo riproduttivo si ripartisce in due fasce: quella tropicale durante l’anno e quella subtropicale nella stagione primaverile.

L’accoppiamento avviene dopo che i maschi hanno ingaggiato aspre e cruente lotte per la contesa della femmina con cui accoppiarsi; dopo l'accoppiamento la gestazione ha una durata che va dai  90 ai 105 giorni e si conclude con la nascita di 2, massimo 3 piccoli.

I luoghi dove solitamente i leopardi attuano il concepimento sono svariati: all’interno dei buchi degli alberi, in zone buie del bosco e in cavità rocciose; inizialmente (durante la prima settimana) i cuccioli di leopardo presentano uno stato di cecità e per 3 mesi vengono allattati e solo intorno ai 13-18 mesi acquistano l’indipendenza raggiungendo la maturità intorno ai 2-3 anni.

Il leopardo è riuscito a generare degli esemplari ibridi con il puma denominati buffamente “pumapardi”.

Nei primi decenni, compresi tra l’Ottocento e il Novecento, furono allevate tre cucciolate di puma pardi nello zoo di Amburgo (Germania) da Karl Hagenbeck, commerciante tedesco di animali.

Però non tutti raggiunsero l’età adulta e nel 1898 uno di questi esemplari fu acquistato dallo Zoo di Berlino.

La coda di tali ibridi era molto simile a quella posseduta dai puma mentre il mantello era biondo-rossiccio ( o la variante bruno),  fulvo con macchie castane quasi identiche  a quelle del leopardo e sul muso presentavano chiazze uguali  a quelle dei puma.; un altro esemplare di pumapardo invece venne descritto come un puma grigio di dimensioni più piccole e provvisto di rosette marroni.

Anche un predatore scaltro come il leopardo però ha dei nemici che insidiano la sua esistenza; essi sono la iena macchiata e il leone in Africa e il lupo e la tigre nei territori asiatici mentre nella foresta pluviale non ha dei veri e propri nemici.

La sua inferiorità nei confronti della tigre e del leone è dovuta esclusivamente alle sue ridotte dimensioni rispetto a questi due felini.

Rispetto alla iena e al lupo il leopardo ha dimensioni uguali o addirittura superiori però ciò che lo penalizza nei confronti di tali due felidi è la propria natura di cacciatore solitario che lo pone quasi sempre in netta inferiorità numerica rispetto ai popolosi branchi di iene e lupi che tendono per istinto a costituire.

C’è da dire che il maschio del leopardo surclassa nettamente sul piano fisico la singola iena che spesso, se da sola, viene aggredita e uccisa dal leopardo in quanto al ghepardo, più sottile e “mingherlino”, anche se in gruppo quasi sempre soccombe sotto i colpi feroci del leopardo.

Per tali motivazioni spesso il leopardo sottrae al ghepardo e alla iena le prede cacciate e uccise.

Acerrimo antagonista del leopardo insidiato nella savana africana è sicuramente il leone che non spreca occasione per sottrargli le prede appena cacciate oppure per ammazzare i suoi cuccioli.

Nemici singolari del leopardo sono il pitone reticolato asiatico e il coccodrillo che vive nelle acque del Nilo.

Anche i volatili come le aquile sono nocivi per i leopardi ma solo per i cuccioli e non per gli esemplari in età adulta.

Altri nemici del leopardo possono essere il licaone, il cuon alpino e i babbuini che in segno di difesa contro di loro fanno la prima mossa, cacciandoli dal loro territorio.

Esisterebbero circa una trentina di diverse categorie di leopardi ma analisi tassonomiche hanno portato alla luce la validità di solo 9 specie:

  • Leopardo della Cina settentrionale (Panthera pardus japonensis), Cina

  • Leopardo indocinese (Panthera pardus delacouri), Asia sud-orientale continentale

  • Leopardo dello Sri Lanka (Panthera pardus kotiya), Sri Lanka

  • Leopardo indiano (Panthera pardus fusca), India, Pakistan sud-orientale, Nepal

  • Leopardo dell'Amur (Panthera pardus orientalis), Estremo Oriente Russo, Cina settentrionale,        Corea   

  • Leopardo di Giava (Panthera pardus melas), Giava

  • Leopardo africano (Panthera pardus pardus), Africa

  • Leopardo persiano o Leopardo iraniano (Panthera pardus saxicolor), Asia sud-occidentale

  • Leopardo arabo (Panthera pardus nimr), Penisola Arabica; spesso incluso nel leopardo persiano (Panthera pardus saxicolor)

 

La vecchia divisione tassonomica considerava una ripartizione territoriale degli esemplari di leopardi in base alle varie aree geografiche.

Specie facenti capo al leopardo persiano ((Panthera pardus saxicolor):

    Leopardo del Baluchistan (Panthera pardus sindica)

    Leopardo della Persia centrale (Panthera pardus dathei)

    Leopardo del Sinai (Panthera pardus jarvisi)

    Leopardo anatolico (Panthera pardus tulliana)

    Leopardo caucasico (Panthera pardus ciscaucasica

 

Specie facenti capo al leopardo indiano ((Panthera pardus fusca):

    Leopardo del Kashmir (Panthera pardus millardi)

    Leopardo nepalese (Panthera pardus pernigra)

 

Specie facenti capo al leopardo africano ((Panthera pardus pardus):

    Leopardo berbero (Panthera pardus panthera)

    Leopardo del Capo (Panthera pardus melanotica)

    Leopardo dell'Africa centrale (Panthera pardus shortridgei)

    Leopardo del Congo (Panthera pardus ituriensis)

    Leopardo dell'Africa orientale (Panthera pardus suahelica)

    Leopardo eritreo (Panthera pardus antinorii)

    Leopardo somalo (Panthera pardus nanopardus)

    Leopardo ugandese (Panthera pardus chui)

    Leopardo dell'Africa occidentale (Panthera pardus reichinowi)

    Leopardo delle foreste dell'Africa occidentale (Panthera pardus leopardus)

    Leopardo di Zanzibar (Panthera pardus adersi)

 

 

 

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