OCA
Uccelli
dell’ordine degli "Anseres", (anticamente chiamati Palmipedi) e
della famiglia "Anatidae", dal corpo tozzo, becco stretto e
lungo, zampe palmate, ali lunghe e appuntite, coda corta.
Le oche vivono in tutte le parti del mondo ove sia un
laghetto o uno specchio d’acqua; preferiscono le pianure, ma se ne
trovano anche in laghi alpestri.
Sono fra i più grossi uccelli domestici da cortile;
normalmente pesano 4 - 5 kg. ma alcune razze speciali per il rendimento
in carne arrivano a pesare anche oltre il doppio.
Sono magnifiche nuotatrici e tuffatrici ed anche in
terra camminano assai velocemente, per quanto in modo goffo.
Si nutrono di erbe, molluschi, insetti, vermi che
trovano scavando con il lungo becco nel fango.
Le oche, nonostante la credenza comune, sono animali
molto intelligenti e la loro indole è assai tranquilla; si ricorda in
proposito la tradizione romana secondo la quale le oche del Campidoglio,
nell’anno 390 a. C., evitarono con il loro schiamazzo, la scalata dei
Galli alla rocca capitolina per prendere di sorpresa i Romani.
Costruiscono il nido tra i canneti o nelle
biforcature degli alberi, tappezzandolo internamente con il piumino ed
esternamente con sostanze vegetali.
Depongono le uova in primavera e dopo circa un mese
vengono alla luce i piccoli, coperti di una leggera peluria, ed in altri
due mesi raggiungono lo sviluppo completo.
Le oche fin dai tempi remotissimi furono tenute allo
stato domestico, poiché forniscono carne, uova (il cui peso raggiunge i
150 grammi) e piume molto pregiate.
Le carni dell’oca sono gustose e vengono, anche,
confezionate in salumi ma non sono indicate a coloro che hanno una
digestione difficile e laboriosa per l’eccessivo grasso in esse
contenuto.
Con il fegato grasso di animali sottoposti ad
alimentazione forzata, si preparano i famosi pasticci (paté de foie gras),
con le piume si confezionano imbottiture e piumini per la cipria.
Nella seconda primavera della loro vita, le oche, si
accoppiano in modo definitivo; quando una femmina s’innamora del
maschio, glielo fa capire col gioco degli occhi; non osserva mai
direttamente le manovre di provocazione del maschio ma finge di
rivolgere lo sguardo da un’altra parte, ma lo sorveglia senza voltare la
testa, come se lo guardasse con la coda dell’occhio; il maschio, invece,
si profonde in un’esibizione di eccitazione. Raggiante, molto più attivo
e chiassoso del solito, va e viene spiccando brevi voli intorno alla
femmina e sembra persino gonfiarsi per apparire più attraente.
Una coppia rinsaldata dura, salvo le inevitabili
eccezioni, per tutta la vita e la rottura del legame, per la scomparsa
di uno dei due animali, ha effetti drammatici per il superstite.
Per molto tempo l’oca superstite si ostina a cercare
l’altra chiamandola giorno e notte e volando sempre più lontano alla sua
ricerca.
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